LE INTERVISTE TALEBANE: TIZIANO DEBERTOLO
…A Malincònia tutti nell’angolo, tutti che piangono: Toccano il fondo come l’Andrea Doria, chi lavora non tiene dimora. Tutti in mutande, non quelle di Borat: La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham!
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la nona e pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”: per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona! Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona…
Nel 2011 Caparezza nell’album “Il sogno Eretico” racconta una Italia allo sfacelo nella nota canzone “Goodbye Malinconia” con cui duetta con Tony Hadley. Era l’Italia del post golpe bianco che decapitò una certa classe politica di centro destra per preparare l’ascesa al PD di Renzi a sua volta distrutto per arrivare all’attuale assetto arcobaleno, buonista quanto basta per predicare la pace in saio e sandali, e poi armare Nazioni per “guerre sante”. Oggi l’attuale Governo Nazionale, nella persona del Premier l’Onorevole Giorgia Meloni donna capace ed intelligente, sembrerebbe non sbagliare un colpo; compare, però, fortemente una necessità: servono Avanguardie! Ciò vien fuori alla luce degli Stati Generali della Cultura Nazionale tenuti a Roma presso l’Hotel Quirinale intitolati: “Pensare l’immaginario italiano”.
Incontro interessante ma la cui sintesi è una sola e palese: ritrovare, nella giusta declinazione, idee rivoluzionarie e al contempo conservatrici; ritornare al ruolo proprio della destra italiana è un moto tensivo alla riscoperta dell’avanguardismo che ha fatto grande la Nazione! Quanto appena affermato va’ inserito, però, in una declinazione opportuna. Come santamente afferma Fabrizio Fratus, sociologo e leader de Il Talebano, la sensibilità culturale della Destra italiana al momento vive della riproposizione del “Pensiero di ieri”. Cosa si ritrova di Nuovo? Un ricorso al nostalgico passato va bene esclusivamente come punto di partenza. Come scrive Fabrizio Fratus: “…Nel primo mezzo secolo del ‘900 a destra si era avanguardie, si era aristocratici nel pensiero e non piccoli borghesi reazionari. Si era liberi e non degli arricchiti individualisti. Si era giovani e non passatisti. La cultura di destra è oggi solo ripresentazione del pensiero di ieri, non vi è nulla di nuovo…”
E’ il momento di ritornare a fare Pensiero; è, dunque, epidermica la necessità di uno scossone prima che sia troppo tardi. Quanto sostenuto non va inteso in maniera classicamente distruttiva. L’attuale analisi proposta vuole intervenire alla creazione di una cultura di Destra che sia innovativa al contempo conservatrice!
Il motto è “Siamo Innovatore che camminano nel solco della Tradizione”
Fabrizio Fratus in un articolo pubblicato dalla testata “Affari Italiani” richiama, a tal proposito, l’importanza di una tradizione di Destra che coniughi, scientemente, istanze rivoluzionarie che non dimentichino il punto di partenza: la Tradizione. Lo stesso concetto di “comunitarismo” e il nome “Talebano”, a valore di quanto affermiamo, sintetizza un relativo neologismo, anche provocatorio, che contemporaneamente evoca un’idea conservatrice ben salda.
Classicamente si afferma che vi sia una egemonia, fortemente radicata, sul piano culturale di una certa Sinistra che faccia da orientatore per il vivere sociale: lo affermano uomini di Destra italiana anche nel recente incontro di analisi tenuto nel salotto di Lilly Gruber.
Bisogna fare una precisazione: la stessa cultura che la Destra afferma di essere cultura di Sinistra, in realtà, è da decenni comunemente sentita come cultura della società media italiana. L’italiano medio vive secondo quel format e lo sente suo. E’giunto il momento di creare la giusta, seria, alternativa!
Dal canto nostro, Noi Talebani, con le nostre analisi cerchiamo di coltivare una sinergia tra il concetto che Carl Schimitt definiva “politico” e “politica”, ovvero tra laboratori metapolitici e forze che si impegnano a livello istituzionale. Ciò perché riteniamo tali sintesi opportune alla costruzione di un acceleratore culturale che sia innovativo ma che sappia percorrere come punto di saggezza il solco della Tradizione.
A tal proposito continuiamo il nostro ciclo di interviste ad esponenti politici sensibili a tale modus operandi. Questa volta incontriamo l’assessore Tiziano Debertolo, uomo storico in Gallura di Fratelli d’Italia.
Assessore Debertolo grazie di aver accettato questo approfondimento. Come sa, l’attività metapolitica de “Il Talebano” think tank comunitarista è incentrata molto sulla valorizzazione dello spirito antisistema orientato alla narrazione di una Europa ed una Italia dei Popoli nella sua declinazione latina e mediterranea. “Il Talebano“ nella persona del suo leader Fabrizio Fratus critica fortemente il modello occidentale globalizzato e esasperatamente modernizzato poiché tale sistema annichilisce ogni identità, tradizione e cultura umana e comunitaria. Assessore come valuta l’attività de “Il Talebano”? Cosa apprezza del nostro lavoro?
L’attività de “Il Talebano” rispecchia il desiderio di valorizzare Pensiero e Azione dando voce a tematiche e menti sensibili. Scopro felicemente tutto il vostro impegno sulla valorizzazione del Comunitarismo e del Neopatriottismo: temi che reputo seri e necessari alla luce delle attuali tendenze vicine alla Cancel Culture. Siamo figli di una Patria, Una e Sacra, ma siamo figli di territorialità molto interessanti e, spesso, diverse tra loro che però trovano la loro sintesi nel Mediterraneo. Leggo nel vostro lavoro una narrazione profonda che racconta la nacessità di vivere l’Europa e l’Italia partendo dai suoi Popoli in chiave di lettura Mediterranea e Latina e ciò lo apprezzo e condivido.
Assessore Debertolo, crede sia utile una sinergia tra metapolitica e politica?
Apprezzo moltissimo la Politica portata avanti come si conduce una bottega dove il mastro artigiano dedica alla sua arte Passione, Abnegazione, Impegno costante. La Politica fatta con Onestà intellettuale e Correttezza Comportamentale finisce sempre per portare i suoi frutti positivi. La vera Politica è quella che sa costruire con sapienza nel breve e lungo termine. La Politica del “giorno dopo” o, peggio ancora, del “giorno stesso” non mi rispecchia. Considero da sempre costruttivo un discorso programmatico che valorizzi progetto e squadra. La natura umana stessa credo dia ragione a quanto affermo: l’uomo sopravvive come animale sociale, sicuramente con le sue stratificazioni funzionali dove ognuno deve fare e fare bene il suo mestiere, quello per cui è bravo e ha vocazione, ma tutti devono poi saper convergere in un punto comune. L’Uomo solo al Comando esiste solo nelle favole! Ho imparato questa regola quando, ancora ragazzo, a diciannove anni fui nominato Segretario del Circolo Cittadino del mio paese in Alleanza Nazionale. Furono anni di impegno e passione: ne avevo da vendere. D’altronde uno dei segreti per la buona riuscita dei progetti è anche il trovare piacere in ciò che si fa mettendoci il massimo impegno. Il mio obiettivo, quello di tutta la squadra, è stato da sempre il miglioramento del nostro territorio: ho da sempre lavorato per tramutare la retorica in fatti e, laddove, possibile ci sono riuscito. Ho vissuto la politica sotto vari aspetti: da militante e segretario di partito fino a consigliere comunale. Oggi, nel ruolo istituzionale di Consigliere di maggioranza con delega alla Sicurezza e al Decoro Urbano e membro del CdA del Parco Marino dell’Isola di Tavolara, il desiderio di apportare positività a tutto il territorio è sempre lo stesso. Il nostro focus, da sempre, è stato quello di valorizzare, custodendole, le Identità territoriali e le nostre Tradizioni non con visione anacronistica ma, tutt’altro, con profondo desiderio di innovazione. L’Innovazione, però, ha un senso se non smarrisce la Memoria e la Saggezza del Passato. Noi abbiamo un debito verso le generazioni future che non dobbiamo smarrire: abbiamo il dovere di Costruire affinché loro possano migliorare ancora di più lo stato delle cose. Politica e Metapolitica sono due universi, a mio vedere, perlopiù paralleli con alcuni punti di incontro: la Metapolitica prepara la strada alla realizzazione dei progetti, dunque, alla espressione sui territori della Politica. Metapolitica e Politica sono come Mente e Braccio: corpi distinti ma con lo stesso fine: collimare in un punto di sintesi.
Paolo Guidone
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