LA CASA SUL BURRONE
Se dovesse essere conservata integra come appare nelle fotografie dei giornali – cosa del tutto improbabile – la casa sul burrone di Ischia verrebbe interpretata da qualche spirito corrosivo come un monumento alla tragedia.
Si potrebbe parlare di un edificio multistile molto discutibile che diventa un monumento alla memoria. Un monumento per ricordare non solo le tragedie naturali, ivi compreso l’abusivismo ad esse collegato, ma anche le soluzioni estetiche molto criticabili concesse da chi dovrebbe tutelare e conservare il territorio. Di questo aspetto non si parla quando ci si occupa di abusivismo, in quanto si collega questo termine principalmente all’illecito commesso per uso improprio del suolo. Invece si dovrebbero evidenziare gli orrori di costruzioni non rispettose del luogo, che hanno devastato gran parte d’Italia, soprattutto per assenza di cultura e vigilanza degli organi preposti. Certamente l’abusivismo è un male a quanto sembra ineliminabile del nostro Paese. Per inosservanza, incultura e tacita complicità degli organi di controllo.
Nel caso di Ischia si è ricordato il gran numero dei condoni richiesti, poco meno di 30.000, pari a 50% del numero degli abitanti. Condoni rimasti negli incartamenti e negli archivi del Comune, mai esaminati, né concessi né respinti. Per questi ritardi si parla di eccesso di burocrazia nelle procedure di richiesta del condono. Tanto è vero che il primo Governo Conte aveva introdotto una semplificazione degli atti amministrativi. Di fatto però questa disposizione aveva convalidato la pratica del condono.
NON SOLO ABUSIVISMO
Del caso di Ischia c’è chi ritiene che di abusivismo non si tratti. Infatti, un sindaco della zona ha dichiarato che nella causa dei danni non vi sarebbe alcun abuso all’origine. La zona di Casamicciola sembrerebbe non gravata in modo particolare da casi di abusivismo. Anche ammettendo questa ipotesi, vi è tuttavia presente come attore principale il dissesto idrogeologico, dovuto anche alla natura del terreno di origine vulcanica, friabile e non compatto. Azione non esclusiva aggravata dalla mancanza di interventi di risanamento e di consolidamento dei terreni, come opera indispensabile da realizzare anche in assenza di costruzioni da eseguire.
SPETTRO DELL’ABUSO
Quindi è il territorio il grande offeso. Le cause delle frane e dei danni che avvengono e si ripetono frequentemente sono da imputare a vari fattori: l’abusivismo e il dissesto idrogeologico in primo luogo, nonché la mancanza di condotte di smaltimento di acque, di fanghi e di vasche di decantazione. Senza trascurare, come si è accennato, un problema importante: la deturpazione delle costruzioni dovute a soluzioni estetiche in aperto contrasto con le caratteristiche del luogo. Funzione, questa, che dovrebbe essere assolta da una Commissione comunale appositamente dedicata. Vi è da aggiungere la mancanza di un Piano Regolatore Generale ad Ischia. Il Piano Regolatore avrebbe potuto indicare e predisporre il territorio ad usi corretti e giustificati.
SOLUZIONI CONCRETE
Si è concluso da più parti che l’Italia vive un tempo di emergenza permanente in materia idrogeologica e che questo stato andrebbe riconfermato e gestito. È vero. Ma si dovrebbe passare presto ad una seconda fase, quella relativa a proposte concrete con programmi che coinvolgono governo centrale, Regioni e Comuni
Roberto Ugo Nucci
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