FOLLIA NELLE SCUOLE: INTERVISTA A MARTINO MORA
I nostri lettori ricorderanno il caso del liceo Bottoni che vide protagonista il professor Martino Mora dove si manifestò bene una tendenza più generale del mondo di oggi ovvero la dicotomia ben illustrata da Marcello Veneziani tra comunitari e liberal, che riproduce in forma postmoderna quella di destra e sinistra. Una dicotomia che potremo anche definire identitari contro globalisti dove vi è una inevitabile resistenza verso uno stravolgimento del mondo come siamo stati abituati a conoscerlo tramite un azione sempre più postdemocratica per usare un termine di Colin Crouch del pensiero unico che presenta aspetti “arcobaleno” che travolge persino l’elementare buon senso e la correttezza dei rapporti umani. Infatti secondo questa vulgata il professor Mora sarebbe imputabile di aver fatto valere un elementare principio di educazione civile e sarebbe stato mostrificato per opinioni politiche, caso curioso per le regole democratiche soprattutto se si tiene conto del indottrinamento Lgbt nelle scuole. Purtroppo la controversia di undici mesi fa, ha avuto pesanti ripercussioni sulla vita professionale di Martino Mora e riteniamo denunciare con forza questa palese ingiustizia chiedendo di riportare il dibattito all’interno di un alveo democratico rivendicando le ragioni di un decoro scolastico.
Grazie caro Martino di aver concesso questa intervista. Vuoi illustrare i nostri lettori gli ultimi sviluppo del caso del Liceo Bottoni ?
Come qualcuno ricorderà mi sono rifiutato di fare lezione a ragazzi maschi vestiti da donna, in occasione del 25 novembre dell’anno passato. Per questo dovetti scontare importanti ritorsioni da parte della dirigente scolastica, la signora Giovanna Mezzatesta, che mi cacciò da scuola in quella giornata, nonché un attacco mediatico spaventoso,, come ad esempio i 49 minuti di diretta su Rai Uno dalla mia scuola, che fu una sorta di processo televisivo, di processo alla mie convinzioni, senza contraddittorio alcuno, con Vladimiro Luxuria-Guadagno e la conduttrice Eleonora Daniele che chiesero in diretta tv la mia testa al ministro della Pubblica Istruzione. Ma potrei fare molti altri esempi.
La novità di quest’anno è la decisione, presa dalla signora Mezzatesta, di togliermi le classi dove ho insegnato l’anno scorso, con un atto che non riesco a interpretare diversamente che come punitivo per il mio dissenso. Mi ha assegnato soltanto 5 ore di lezione e ben 13 ore a disposizione della scuola. Delle quali 7 dedicate all’ora di alternativa alla Religione cattolica. Come se la mia cattedra fosse di potenziamento, e non di Storia e Filosofia. Tutti gli altri docenti che insegnano le mie materie non solo hanno conservato le loro 15 ore di insegnamento effettivo, ma spesso le hanno aumentate a 17-18. Insomma: guarda a caso la Mezzatesta ha declassato solo me. Ed inoltre, non ho avuto ancora, dopo più di due mesi (e nonostante i miei cortesi solleciti) le motivazioni ufficiali della sua scelta di togliere la continuità didattica a me e agli allievi.
Se volessimo riassumere questa situazione potremo dire che ciò di cui ti incolpano è di aver espresso sul tuo profilo fb posizioni Tradizionaliste Cattoliche anche in merito al mondo in cui viviamo. Possiamo quindi parlare di un dispotismo anticristiano sia pur rivestito da forme umanitarie o falsamente religiose, che superficialmente possono anche sedurre ma sono menzogne in cattiva fede. Ora è vero che vi è la libertà di religione ma non vorremo che di questo passo la cancel-culture mettesse al bando la Sacra Bibbia perché non allineata con l’ordine liberal dominante. In base a questa considerazione cosa proponi da Cattolico e professor per una scuola migliore?
La de-ideologizzazione di una scuola ormai arcobalenizzata fino al midollo, tra travestitismi; asterischi al posto delle vocali finali, per non offendere non si sa bene chi (e così offendendo, anzi stuprando la lingua italiana); l’altra barbarie dei bagni neutri arcobaleno dove tutti potranno andare liberamente senza distinzioni a espletare i loro bisogni corporali; infine la “carriera alias”, registri interni alle scuole nei quali Marcella, se lo desidera, viene registrata come Gianfranco, e tale deve essere chiamata, e Roberto viene registrato come Loredana, e tale deve essere chiamato.
Siamo alla follia pura. Follia come sempre originaria del mondo anglosassone e poi ripresa dai colonizzati nostrani della Sovversione. In odio a tutte le identità, comprese quelle sessuali del maschio e della femmina.
Sulla scuola italiana garrisce la bandiera fucsia arcobaleno, in completa avversione all’ordine antropologico autenticamente umano e cristiano. Questa scuola rischia di morire non nella tragedia, ma nella farsa carnascialesca. Nel grottesco. Occorre de-ideologizzare e de-arcobalenizzare la scuola italiana. Mi auguro che il nuovo governo si muova in tal senso. Io certo, nel mio piccolo, non smetterò di denunciare questo grottesco carnasciale ideologico.
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