CRONACHE DELLA DISSOLUZIONE: INTERVISTA A MARTINO MORA

In tempi recenti è uscito un importante testo sul pensiero unico di Marcello  Veneziani  intitolato “La Cappa”, con il quale l’importante pensatore analizza gli aspetti problematici del politicamente corretto. Indubbiamente le questioni della postmodernità sono complesse e vanno approfondite con rigore e Saggezza ma  è importante avere la capacità di decostruire i messaggi che vengono dai media e rielaborarli. Sotto questo aspetto importante è il ruolo di Martino Mora, pensatore Cattolico Tradizionalista che con il suo profilo fb è un attento commentatore dell’attualità da una prospettiva controrivoluzionaria. Come anteprima ad una piu approfondita intervista video lo incontriamo per un intervista.

Grazie caro Martino di questa intervista. Tu hai dato recentemente alle stampe il testo l ’ “Incendiario” che è una raccolta di riflessioni non mainstream che tu ha pubblicato sul tuo profilo.  Per quali ragioni possiamo definire  cosi il tuo testo?

Si tratta di un diario pubblico scritto nell’era del covid, in cui affronto  la cronaca giornaliera degli avvenimenti   secondo principi superiori alla mera cronaca.  Potremmo parlare di meta-cronaca. In questo senso mi permetto di affermare che è un libro unico nel suo genere.

Scritto nell’era fosca dell’epidemia da coronavirus, affronta il problema covid  non dal punto di vista scientifico (non ne ho le competenze) ma da quello della critica sociale e politica  alla mostruosa manipolazione mediatica e alla dittatura sanitaria. Ma tutto questo  è lo sfondo plumbeo, diciamo così. Poi c’è molto altro: la critica al pensiero unico liberal,  alla dittatura della finanza che ci ha imposto Draghi, al tradimento dei partiti, al nichilismo sovversivo, alla globalizzazione uniformante, , all’individualismo massificante, al primato del denaro e della merce, all’americanismo, al sistema orgiastico-mercantile  e ovviamente alla mostruosa crisi spirituale che sta deturpando il volto della  Chiesa cattolica da sessant’anni e che Bergoglio ha reso solo sempre più evidente.

Quale è la linea rossa che unisce i tuoi libri?

Direi una linea metapolitica: la ricerca tanto nel passato quanto  nel presente del senso vero delle cose attraverso una severa  critica delle ideologie moderne.

Infatti anche oggi esiste  un’ideologia dominante: quella liberal, politicamente corretta, meticcista ed omo-femminista , fucsia-arcobaleno. Che mette insieme eredi del nichilismo sessantottino e protagonisti del regno del denaro, cioè del mondo degli affari e della finanza. Ed è proprio questa  ferrea saldatura  tra i propagandisti  della Sovversione e il potere  del grande capitale   che la rende quasi invincibile, e sempre più pericolosa nel suo totalitarismo dissolutivo. Ma la storia è sempre aperta, perché nulla è impossibile a Dio.

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