COME DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’: L’ ULTIMA FATICA DEL TALEBANO PAOLO GUIDONE
…Nel Grembo umido, scuro del Tempio, l’ombra era fredda, gonfia d’incenso; l’Angelo scese, come ogni sera, ad insegnarmi una nuova preghiera: poi, d’improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali, quando mi chiese: “Conosci l’estate?” io, per un giorno per un momento, corsi a vedere il colore del vento… Dirompente! Immortale! Infinito! Leggo, mi emoziono. Non posso smettere e ho un forte senso di adrenalina, proprio qui, al centro dello stomaco: repentino, incessante! Non mi ritengo un portatore di Verità, piuttosto, perseguo il Dubbio: quello, il Dubbio, è sintomo di moderazione e propensione alla Riflessione. Non mi ritengo un Buono, troppo noioso, bensì, un peccatore che attraverso gli errori ricerca la Luce! Di una cosa, però, sono certo: il Miglioramento è possibile soltanto attraverso un percorso di Ricerca e le Emozioni, quelle portatrici di assuefazione sana, possono essere un ottimo strumento. In Questo circuito tanto entusiasmante quanto completo, a volte, pieno di contraddizioni non sempre, felicemente, smontate l’istinto sociale e comunitario dell’animale Uomo la fa da protagonista. Gli anni ‘10 del Millennio Secondo sono legati a Populismo e Sovranismo: una fenomenologia su cui esiste ampia narrativa. La letteratura, di contro, troppo poco discute di un’altra fenomenologia: l’Identitarismo, quella esigenza di un Popolo di riscoprirsi nel suo Passato per specchiare se stesso in un Futuro dove integrare perfettamente, se stesso, lasciando una traccia imperitura nella Storia.
L’Identitarismo, fenomeno veramente interessante, soprattutto quanto correlato alla evoluzione raggiunta dopo gli odierni eventi che tanto sono legati alla biopolitica e, termine ormai sulla bocca di tutti, geopolitica è sempre stato oggetto di approfondimento da parte de “Il Talebano”. Riepilogando, sia pur di sorvolo, la produzione saggistica di testi come “Vie Traverse” (2014); “Oltre la Destra e Sinistra: Sovranisti nel nuovo Millennio” (2017); “Sovranismo un’occasione per l’Europa” (2019); “Europa, Sociale, Sovrana, Mediterranea” (2021); Il Talebano, ben esprime le sue posizioni.
Nella casa comune dei Comunitaristi d’Italia, il Sovranismo non si riduce ad una narrativa populista o a una riedizione del Nazionalismo, bensì, tali fenomeni coesistono ma in evoluzione. Sovranismo e Populismo si completano perché necessariamente devono essere inseriti in un progetto comunitarista ben più solido e progredito. Il termine Comunitarismo è stato ben teorizzato dal sociologo Tonnies e, prima ancora, da Aristotele: su questa base, insieme al think tank “Il Talebano”, presento un contributo incentrato sull’identitarismo con un lavoro dal titolo “Come difendere la nostra Identità” edizioni Il Comunitarista. L’Identità, termine poco compreso e molto sfuggente, è oggetto in questa edizione di un’accurata analisi filosofica e politologica. Premesso che l’Identitarismo come il Populismo è un fenomeno plurale, il saggio va ad analizzare un specifico tipo di identitarismo: il Neopatriottismo. Trattasi di una categoria più ampia del Nazionalismo sia per la sua elaborazione metapolitica più aggiornata alle sfide della postmodernità, sia per la messa in discussione dello Stato nazionale moderno. Partendo dalle categorie del pensiero Tradizionale dell’Imperium, implicitamente federale, il saggio ripensa alla sovranità e all’identità dei Popoli con la formula di una Italia federale in una Europa confederale. In questo contesto viene approfondito simultaneamente la triade Tradizione, Patria e Famiglia e, nel contempo, si ci impegna in una sistematizzazione di un insieme di tendenze che nascono a cavallo del XX e XXI secolo scaturite dall’incrocio di questioni nazionalitarie e nazionali.

Il testo è un’analisi filosofica politica di queste inclinazioni e un tentativo di sistematizzazione che va ad inserirsi nel lavoro metapolitico portato avanti da Il Talebano. Il saggio “Come difendere la nostra Identità” edizioni Il Comunitarista, partendo dal pensiero del “federalismo imperiale”di Julius Evola, sulla base della lezione di autori come Aleksandr Dugin, Alain De Benoist, Andrea Rognoni, si impegna a definire l’essenza di un patriottismo che recuperi la sua dimensione Etnoregionalista e Tradizionalista, guardando al contempo alle sfide del XXI secolo. Diadema, seppur in equilibrio estetico, fortemente legato al testo è la presenza di un racconto di vita bucolica: una bella narrazione che trae la sua linfa vitale dall’uomo in equilibrio con la natura. L’esperienza è ambientata nella Piana del Sarno, la Campania Felix romana, dove il contadino sarnese che dimostra come il concetto di piccola Patria non è mero sinonimo di autonomismo o populismo bensì mostra e dimostra qualcosa di più eterno: l’Italia, profonda, dei Popoli dal grande passato che lotta per sopravvivere alla “fine della storia
Paolo Guidone
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