MA NON ERA IL FESTIVAL DELLA CANZONE?
Il Festival più contestato di questa repubblica si conferma essere sempre Sanremo. Anche quest’anno la LXXII edizione del Festival della Canzone di Sanremo non ha tradito le aspettative! Ospite d’onore della rassegna ha visto la Canzone perfettamente non al centro dell’evento ma come, puro, orpello ad una serie di provocazioni, ahimè, tra il noioso e il poco originale. La rassegna, seppur di alto profilo Storico e di Tradizione per la nostra repubblica rispecchia il profondo stato di smarrimento che vive il Mainstream. Lontani i tempi in cui, oltre al cabaret, la Città dei Fiori si adoperava a forgiare nel bronzo della Storia contenuti di alto profilo sociale seppur legati ad una più dinamica logica commerciale. I detti popolari non sbagliano: “Senza soldi, le messe non si cantano…”
Battute a parte, dopo aver passato in rassegna nelle ultime edizioni, un arcobaleno di facile contraddittorio a buon mercato, quest’anno, è il turno dei contenuti palesemente anticristiani. Il caso di Virginia Raffaele ammicca, poi, ad aspetti della realtà a dir poco problematici…
Andiamo per gradi, chiarendo fin da subito che non rientra nelle nostre intenzioni fare esercizio del “dito indice”! Noi siamo quelli che narrano la gioia della Comunità e dei Popoli, anche se narrati con un criterio vero ed equilibrato! Siamo quelli che raccontano la Bellezza dell’essere inclusivi non esclusivi!
Ridicolizzare o, più sottile, banalizzare la cristianità romana è da troppo tempo uno sport indotto e praticato. Si maschera con “l’uso di innocente ironia” un metodo che di innocente non ha proprio nulla. Tale situazione, poi, non caratterizza solo il nazionalpopolare palcoscenico ligure ma appare abbastanza diffusa e affonda le sue radici nei moti delle contestazioni giovanili degli anni Sessanta. Forse nel correre impetuoso di quegli anni, l’essenza storico-sociologica del periodo storico giustificava in qualche modo la reazione e la narrazione sfacciatamente contestatrice. Ma oggi? Qual è il senso a tanto contestare se non di comodo alla, sempre più imperiosa, Calcel Culture a trazione anglofona?
Da curiosi della narrazione odierna, con un po’ di giudizio e libero pensiero, riscontriamo un rifiuto sempre più netto dei valori tradizionali, religiosi e comunitari che hanno reso i popoli europei protagonisti della storia di quasi due millenni.
Ma, ripeto, quale la ragione?
Volendo dare una risposta sensata e non banale potremmo affermare che questo rifiuto, in nome del “vietato vietare” e del culto dell’anticonformismo trasgressivo, ha portato allo sviluppo di una subcultura giovanile che ha finito per simpatizzare con tutto ciò che è eterodosso.
In certi caso come nel fenomeno dell’hard rock e dell’heavy metal ha persino esplicitato, in modo palese, elementi satanisti.
Seppur, tale fenomeno, abbia interessato solo una parte di questo genere musicale, rimane fermo un dato: non c’è dubbio alcuno che rappresenti il risultato di un processo distruttivo e nichilista protagonista della quarta rivoluzione politica.
Elementi “sospetti” erano già presenti nel mondo della musica rock fin dagli albori…
Pur non dimenticando la logica dello show biz, è chiaro come il sole che tale un fenomeno che pesca, e di fatto, crea un ponte con realtà che potremo definire non certamente cristiane. Oppurtuno, pur continuando l’analisi, chiarire che non vogliamo rincorrere sensazionalismi cospirativi. Siamo troppo bacchettoni e poco avvezzi alla confusione mediatica. Il nostro analizzare, rimane incompatibile con i clamori a buon mercato perché la serietà con cui ci impegniamo ad affrontano questi temi è per noi profonda.
Non c’è dubbio, quanto fisiologica sia la necessità di portare l’attenzione di un trend sempre più strutturato su certi temi: l’attuale narrazione da parte di un mainstream castrante richiama la nostra responsabilità morale nel sostenere che questo sdoganamento non è senza effetti…
Non si tratta di essere retrogradi o, fuori moda (anche se questo è l’obiettivo di chi ci racconta il contrario) rimaniamo pur sempre degli Innovatori seppur nel solco della Tradizione.
Senza entrare nel tema che convenzionalmente chiamiamo satanista ma, più propriamente, denominato “vie oscure”, riscontriamo che incitare le persone a coltivare pensieri e sentimenti sbagliati avrà un effetto non opportuno sull’animo umano.
La legge di Causa ed Effetto, insegna che quando si semina male i frutti sono prevedibili con una probabilità di successo alta. Il ruolo, dunque, di chi come noi rimane saldo alla propria identità deve superare la passiva lamentela alla decadenza. Al contrario, deve perseguire un lavoro interiore e metapolitica intenso per comprendere ciò che avviene con l’ausilio della Tradizione.
Il sonno della ragione genera mostri. Lo si sente dire a buon mercato. Noi aggiungiamo che: il sonno dell’ intelletto è da intendere in senso aristotelico e tutto ciò ci deve portare ad una riflessione più ampia ed universale del concetto di religione. Parafrasando Mircea Eliade, concludiamo con uno slancio edotto: l’ Uomo o è Homo Religiosus o non è!
Paolo Guidone
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