IN DIFESA DEL PROFESSOR MARTINO MORA
E’ diventato ormai di dominio pubblico la vicenda della querelle al liceo Bottoni che ha visto protagonista il professor Martino Mora reo, per gli accusatori, di non aver accettato tre allievi vestiti da donna considerati dalla preside Mezzatesta, alcuni docenti, allievi e diverse testate giornalistiche contro il femminicidio. “..Le comari d’un paesino non brillano certo in iniziativa. Le contromisure fino a quel punto si limitavano all’invettiva. Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio…” De Andrè aveva ragione! La sensibilità odierna, lobotomizzata dai soliti sermoni da rotocalco anorgasmico grida al “mostro” pur di attentare al solco millenario di una Tradizione che è sopravvissuta a ben due millenni di stravolgimenti. La critica al gesto del professore Martino Mora, professore di storia e filosofia, è quella di essere un pericoloso reazionario. Lo dimostra anche quanto scrive su Facebook, pare abbiano detto. In una società social-dipendente pare che tali piattaforme non siano più un diletto ma veri e propri “orientatori” del Pensiero diffuso. Secondo la tesi di questi immacolati opinionisti, sarebbe naturale sospendere il professore “omofobo”, “sessista”, “integralista Cattolico”. Una vera e propria Inquisizione al Pensiero da parte di democratici totalitari al Professore che racconta la sua Tradizione che ha fatto la storia in una buona fetta del mondo occidentale. Scatta a questo punto un sorriso, amaro. Tutto ciò è presentato come una reazione quasi naturale, dovuta. Un insegnante che offende le sensibilità di Genere, si legge, va sospeso e i suoi studenti sono invitati, in maniera più o meno evidente a scioperare. Ma la scuola non era un Ginnasio di Vita? La Scuola non doveva essere fucina di democrazia e critica democratica? Quegli stessi insegnanti che tanto narravano la poliedricità delle opinioni contro i Totalitarismi del XX secolo, dove sono? Forse a scioperare contro il Mostro? L’Etica è una “vittima incosciente della Storia”, come cambia in fretta la Morale. L’unico evergreen è la competizione olimpica al dito indice. Quello di puntare il dito è un Peccato Capitale che questi nuovi Apostoli del Bene non riescono proprio a smorzare.
Pierfranco Quaglieni, responsabile del Centro Pannunzio, in un suo interessante articolo ha difeso Martino Mora richiamando alla riflessione su una figura interessante: il liberale, risorgimentalista, Mario Pannunzio. Orbene, Pierfranco Quaglieni quanto Nicola Porro (liberale 2.0) ritengono che tutto ciò è, semplicemente, INNATURALE.
Entrambi sostengono che sarebbe buona norma, nei luoghi di vita istituzionale, vestirsi in maniera sobria in segno di rispetto alle Istituzioni e ai fruitori. Agli occhi di un Peccatore, tra i più banali come chi adesso scrive, appare alquanto ridicolo vestirsi in un certo modo “vistoso” (solo per farsi notare) con la scusa del rispetto dell’altra metà del Cielo. Il professor Pierfranco Quaglieni racconta, a questo proposito, un aneddoto: nel percorso del suo essere un insegnante gli capitò di rifiutare un allievo che venne a scuola in pantaloncini corti.
Forse, sarebbe il caso di Urlare al “Fascista”? Farsi un bel pianto dam Prefiche e, perché no, stracciarsi le Vesti?
Direi proprio che non è il caso.
Tale situazione è surreale, artefatta nell’intimo. Nulla, però, succede a caso: ciò che sta accadendo è il frutto di una crescente ideologizzazione LGBT, soprattutto, nelle scuole che scavalca i principi di buon senso esistenti da sempre.
Mi ripeto, un po’ per gusto un po’ perché c’è similitudine quella rima che fa: “…Un tempo si uccidevano i Cristiani e, poi, questi ultimi con la scusa delle streghe uccidevano i Pagani…” forse un attimo di preghiera al Cuore santo di Maria potrebbe dare, veramente, consiglio.
La caccia al professore “omofobo” è fuori luogo, dando, addirittura, ragione alle posizioni più tranchant da lui narrate sulla critica al pensiero Liberal.
E’ interessante come, tutto ciò, crei un cortocircuito al suo interno perché discrimina e censura chi non si allinea al Pensiero Unico, tradendo anche i principi di libertà. Come sostengono Pierfranco Quaglieni e Nicola Porro: la libertà non è anarchia e non è cantare tutti in coro.
Noi crediamo che questa vicenda evidenzi bene la natura postdemocratica e disgregativa di un certo mainstream arcobaleno. Sottolineo, quanto siamo assolutamente contro ogni forma di violenza e contro ogni mancanza di rispetto, ma, a cominciare dall’Istituzione scolastica ultimo baluardo di una società che può ancora risorgere.
Proviamo a puntare meno il dito indice; proviamo ad essere dei democratici in armonia vera con l’Universo. Meno Idee assolute e più punti interrogativi nei nostri sermoni. Il professore Martino Mora incarna l’essenza del vero Filosofo e, in quanto tale, proviamo ad ascoltarlo in silenzio “rubando” quanto del suo pensiero ci appare opportuno e, nel caso, lasciando ad altri quanto non rientra nella nostra sensibilità immediata.
Il professore Martino Mora è un Cattolico fedele alla Tradizione. L’insegnamento di Cristo e il Magistero, caratterizzato da eccelsi asceti ed intellettuali, è da sempre una inarrivabile fonte della vera Saggezza e di Umanità. Pur andando incontro agli inferi della Fede Liberal, affermiamo con forza che non accettiamo di buon grado lezioni di morale dalla vulgata modaiola Liberal pur rimanendo composti senza il bisogno di puntare gli indici delle mani. Li rispettiamo pur ritenendoli, francamente, insostenibili ed indifendibili.
Un invito piuttosto proviamo a condividere: lo porgiamo a studenti, docenti e giornalisti impegnati nella crociata contro il “cattivo reazionario”, l’uomo vestito di nero, allo Studio e alla Riflessione prima delle Urla. Le fonti Cattoliche e Tradizionali ricordando, poi, a tutti noi le mere consuetudini del buon senso ancora in vigore. Non siamo irresponsabili: “il Regno di Dio è nel cuore degli Uomini”.
Paolo Guidone
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