Ultime notizie

UN SUPER TALEBANO

Sono passati alcuni anni da quando Lui mi contattò, un breve messaggio relativo a un suo libro sull’evoluzione della specie. Un testo particolare e differente dagli altri, e l’argomento lo conosco bene. Da allora è iniziato un rapporto di amicizia. Pochi anni fa lo invitai a un incontro a Bergamo presso la sede Domus Orobica per presentare la sua relazione sul mito e la religione: fu molto bravo.

I suoi libri sono particolari e originali nel senso puro della parola: le sue tesi sono nuove e ardite. Questo è il punto che va colto di Emanuele Franz. Un giovane (ancora) filosofo unico, vivo e provocatorio. Quando anni fa si parlava con Diego Fusaro  sull’importanza della filosofia, a mio avviso si rimaneva fermi al commento e all’interpretazione dei testi passati come delle tesi sostenute o abbattute dalla storia come dall’esperienza. Tra una birra e l’altra mi fu facile individuare le diverse scuole di appartenenza di Diego e di Massimo Maraviglia in una serata presso un locale in zona Loreto a Milano: fuori pioveva e noi a fare tardi parlando di argomenti che spesso poco o nulla interessano ai più.

Lo stesso vale per le serate con Martino Mora, preparatissimo argomentatore, con lui si cadeva spesso ( o sempre ) nella discussione sulla Chiesa e il Cristianesimo. Quando si trascorre una serata assieme a filosofi la mente ne trae sempre vantaggio, si inizia a pensare e il pensiero è sempre utile perché è la ginnastica del cervello. Emanuele Franz, però, ha qualcosa che mi stupisce più di tutti. Se è vero che ho passato meno tempo con lui, è forse il filosofo che comprendo di più. Ha la stessa impostazione che cerco da anni di trasportare ai ragazzi del Talebano e a tutti coloro con cui vengo in contatto per questioni culturali di ogni tipo: uscire dagli schemi.
Non è questione di essere migliori, ho citato tre persone di un livello alto, capaci di elaborazione e presentazione di tesi in modo perfetto. Ma il Franz è capace di uscire dagli schemi del pensiero, di presentare idee che sembrano assurde inizialmente ma poi, nello scorrere del discorso da lui presentato come delle pagine dei suoi libri trovano un senso, una argomentazione  unica e potente.

Tra le mie contestazioni in brevi apparizioni televisive o radiofoniche spesso attacco la banalità con cui si ripetono sempre le stesse cose, soprattutto quando molti credono di parlare di qualcosa di nuovo e di dire cose intelligenti. Ma ripetendo all’infinito un qualcosa, anche se intelligente, diviene banale e superficiale, e nel nostro panorama culturale accade spesso. Uscire dagli schemi e porsi su un altro livello apre la possibilità di elaborazioni di pensiero differenti. E Franz lo fa. Non solo ci ha presentato tesi uniche nel suo testo “La storia come organismo vivente”  e proseguite in “Idea e realtà”, ma ha spiegato in modo semplice e logico la “scelta” con “L’inganno della liberta”. Ho citato tre libri di Franz perché mi hanno colpito e lo faccio mentre sono a metà del suo nuovo testo “La generazione inversa” dove presenta la sua idea per cui il figlio genera il padre.

Insomma, leggere Massimo Maraviglia, Diego Fusaro, Martino Mora ed Emanuele Franz aiuta a non soccombere alla ripetizione del banale da cui siamo circondati. Spesso, se non sempre, i loro testi sono per pochi e questo conferma il disastro di società in cui viviamo.

Fabrizio Fratus

Rispondi

%d