NON TRATTATECI DA GRETINI!
Trentasette anni addietro, il regista Ridley Scott immaginava un mondo decadente, inquinato e scuro.
In questi nostri stessi giorni, Rick Deckard dava la caccia ai replicanti in una Los Angeles novella Sodoma, immerso nel caos dominato dalle grandi multinazionali.
Le previsioni della pellicola, tuttavia, si sono rivelate fallaci: la California è oggi secca e soleggiata, seppur dominata dalle grandi multinazionali.
Eppure, un altro grande nemico si staglia imperioso su tutti, Grande Fratello sempre attento ad ogni passo, oscuro vigilante degli interessi di pochi: l’Ambientalismo-a-tutti-i-costi vive e cammina tra noi!
Il Grande Totem, figlio legittimo dei social media Made in Zuckerberg, tira le braghe a monarchi e operai, ministri e casalinghe, coadiuvato dalle nenie massmediatiche di straccioni senz’anima alla ricerca di qualche tozzo di pane, al punto che il Trono inglese arriva ad annunciare trionfale la messa al bando delle pellicce a Buckingham Palace, con tanto di squillo di trombe e cerimoniere.
E così, abbiamo acriticamente dichiarato guerra al carburante fossile, alla plastica, al cemento, all’asfalto, alla produzione industriale, perché così va fatto, e, ricolmi di risentimento, abbiamo addossato le colpe a chi ci ha preceduto, complice e promotore dello stile di vita occidentale, spendaccione e glitterato.
Quale miglior modo di promuovere questa nouvelle vague, questo ambientalismo di maniera, se non scioperando in maniera scomposta e grottesca per la nostra Madre Terra, naturalmente sfoggiando vestiti low cost realizzati da manodopera minorile in qualche lontana fabbrica, in qualche lontano Paese in via di sviluppo, riprendendo il tutto con i nostri smartphone composti da materiali altamente inquinanti, avidi di elettricità ed accessori?
Prima di proseguire, si rende nondimeno necessario precisare che chi scrive è ben cosciente del fatto che le precedenti generazioni, tra yuppies e sessantottini, hanno molte responsabilità sulla coscienza, complice una classe politica competente ed egoista, che ha fatto del clientelismo un’arte.
Malgrado ciò, si appalesa la necessità di staccarsi, decisamente, dalle logiche da far west che ormai quotidianamente contrappongono gli urlanti seguaci della pulzella scandinava a tutti gli altri, poiché trincerarsi dietro le lacrime denunciando che l’Occidente, avanguardia culturale e tecnologica del mondo, ha rubato il futuro alle nuove generazioni (N.d.A.: lo scrivente ha appena ventotto anni, non sarà adolescente ma neanche matusalemme) è quanto di più ridondante possa esserci, banalità prêt-à-porter confezionate su misura per i social media da parte dell’industria Thunberg ed abbracciate da tutto lo star system a stelle e strisce e non solo, in un impacciato pivot che passa dall’edonismo più sfrenato alla tonsura incensata a favor di telecamera.
Così come si rivela cruciale allontanarsi dai politicanti taglia-poltrone che delle tasse “etiche” hanno fatto bandiera e slogan, privi ormai di qualsiasi altro stimolo che vada al di là della sopravvivenza quotidiana, giacché non si possono punire i cattivi, ma si devono premiare i buoni: sottile sfumatura che i professoroni del leviatano burocratico ancora faticano a capire.
Eliminato il superfluo, si giunge così all’essenziale e si scopre che il nostro stile di vita è inconciliabile con l’idea intransigente della natura a tutti i costi, si comprende che non si può tornare indietro senza rinunciare a tutto quello che possediamo: dagli smartphone alla moda a basso prezzo, dalle auto (ibride o meno che siano) alle email, dalle strade asfaltate alle bottiglie d’acqua, tutto inquina, con buona pace dei ragazzi che hanno trovato nel ministro Fioramonti un’ottima sponda per giustificare le assenze scolastiche.
E allora ben si comprende che la vera banalità sta nella risposta corretta ai bisogni della natura: studiare, capire e nel proprio piccolo provare a cambiare le abitudini: solo con una maggior consapevolezza di se stessi si può realmente incidere.
Gli strepiti, i cortei, i cartelloni sono sì instagrammabili, ma inutili, poiché spaventano le grandi multinazionali, né coinvolgono i leader asiatici od americani, né tantomeno orientano le decisioni dei potentati finanziari. Anzi, la Greta & Co. rappresenta per lorsignori un ottimo prodotto per smacchiarsi l’anima agli occhi delle masse e continuare indisturbati a gettare rifiuti nell’immondezzaio.
L’ambiente si difende con la testa, rinunciando ai cuoricini dei followers e ai cortei “salta interrogazioni”, condannando giustamente chi svende le foreste, ma altresì riconoscendo i demoni che sfruttano il visino di una ragazza con disabilità per il proprio tornaconto.
Per i guerrieri integralisti, al contrario, suggerisco di spogliarsi di tutto e fare della propria idea una regola disciplinare: è andata bene al Patrono d’Italia, magari andrà bene anche a loro. Ad ogni buon conto, dubito fortemente che una qualsiasi persona, in questi anni di povertà morale e spirituale, abbia la forza di porre in essere ciò che predica.
Andrea Tomasini
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