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UN FUTURO “INTELLIGENTE”?

Anno 2019.

Siamo nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, quella del “tutto collegato alla rete”, quello del “IoT, Intelligenza Artificiale, 5G”: insomma ci troviamo nell’era post-digitale.

“Digito Ergo Sum”, cosi nel 2016 Giulio Tremonti, ex Ministro dello Sviluppo Economico, definiva l’epoca attuale: in realtà, oggi, siamo andati anche oltre l’era digitale per trovarci immersi nell’era post-digitale.

L’automatizzazione dei processi, la digitalizzazione delle aziende mondiali, la super connettività, sono fattori positivi o negativi? Secondo me non si può dare un giudizio a priori sulla positività o negatività delle situazioni ma è più giusto cercare di fare una panoramica sulle nuove tecnologie ed inserirle nel tessuto lavorativo del nostro Paese per studiarne i rischi e le opportunità che offrono.

Lo scorso 26 Settembre, ad una conferenza organizzata dall’ANPIT a Milano, ho avuto il piacere e il privilegio di poter esporre il mio pensiero nell’ambito delle nuove tecnologie rapportate al mondo lavorativo italiano, in particolar modo collegato alle PMI Italiane.

Sentiamo sempre più spesso parlare di Cloud, Blockchain e Intelligenza Artificiale senza porci troppe domande su come hanno cambiato e continueranno a trasformare il nostro approccio alla visione del Lavoro: rischiamo di farci trovare impreparati e di non saper cogliere le opportunità che possono offrirci.

Ma andiamo per gradi, un passo alla volta, in questo breve viaggio che ci permetterà di comprendere meglio quale può essere il ruolo di queste Tecnologie nella ripresa delle PMI Italiane.

Facciamo una panoramica sulle tre tecnologie “emergenti” dando anche una collocazione temporale:

  • Cloud: la famosa “nuvola” che ha attuato una rivoluzione nel memorizzare ed usufruire dei dati di cui un’azienda può usufruire. Adesso non servono più server o database fisici ma si possono comprare degli account in Cloud, delle macchine virtuali che girano in ambiente Cloud, dei prodotti che hanno una serie di abbonamenti/iscrizioni che sfruttano la potenza del Cloud. Rispetto alle altre due tecnologie è quella un po’ più conosciuta e più utilizzata nelle nostre aziende;
  • Blockchain: sistema basato su algoritmi che ragionano “tra pari”(peer-to-peer) e non attraverso un rapporto master-slave(organismo centralizzato e nodi che dipendono dall’organismo centralizzato). Questo sistema potrà trovare applicazione nei più svariati ambiti, dalla logistica, all’ottimizzazione dei processi di produzione fino all’ambito bancario e finanziario, portando ad una rivoluzione reale e tangibile ma in un futuro più prossimo per le nostre aziende;
  • Intelligenza Artificiale: la tecnologia che più di tutte sta rivoluzionando la visione di lavoro delle nostre aziende e PMI nel periodo attuale. Su questa vorrei soffermarmi per parlare di come l’Italia deve mettersi al passo con i tempi per evitare di restare schiacciata tra i grandi colossi economici Europei e Mondiali.

Che Cos’è l’Intelligenza Artificiale? Domanda molto complessa da snocciolare in poche parole: secondo Wikipedia l’Intelligenza Artificiale è “L’intelligenza artificiale (o IA, dalle iniziali delle due parole, in italiano[1]) è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana”

Secondo me l’Intelligenza Artificiale è quella disciplina che dovrebbe aiutare gli esseri umani ad automatizzare processi, a renderne intelligenti altri, a migliorare le condizioni lavorative ed agire in modo “disruptive” per aprire nuovi scenari di lavoro e nuovi mestieri che nel 2019 sono di necessaria importanza(data scientist, data analysis, predictive data analyst, etc.).

In questo contesto devono inserirsi in modo deciso e concreto le nostre PMI per essere portatrici di innovazione e non stare a guardare gli altri farlo.

E’ innegabile constatare che l’Italia sia anni luce indietro, purtroppo, rispetto ai due colossi mondiali, USA e Cina, oltre che anche a paesi europei come Francia e Germania.

Gli USA da una parte, con un approccio molto più “regolamentativo”, utilizzano e sfruttano il potere dell’Intelligenza Artificiale rimanendo ancorati ad aspetti etici e di sicurezza, utilizzando investimenti privati dei colossi aziendali americani ma anche aiuti economici da parte dello Stato; la Cina, dall’altro lato, invece utilizza più un approccio aggressivo ed invasivo(basti pensare al recente scandalo della Huawei riguardo alcuni cellulari venduti in zone strategiche(Iran) per spiare i nemici), basato su fondi statali o parastatali visto il suo modello economico statalista e accentrato.

E noi stiamo a guardare? Naturalmente nessuno pensa che l’Italia possa essere competitor di queste due grandi superpotenze, ma sicuramente dobbiamo darci una svegliata, altrimenti, anche per la posizione geografica, rischiamo di restare schiacciati dalla potenza americana e dalle emergenti potenze cinesi e del sud-est asiatico(India, Giappone e Corea su tutte) senza aver puntato fiches sul tavolo dei grandi.

Eppur qualcosa si muove: secondo il rapporto “La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017” di TAG le nostre PMI investiranno il 39% delle loro risorse sui Big Data e sulla collaborazione con le Startup, il 22% sull’Intelligenza Artificiale, il 21% sulla CyberSecurity. Questo è un segnale che le nostre aziende ed in parte il nostro paese vuole dare per battere un colpo e provare a far sentire che c’è.

Nel Giugno 2018 è uscita la prima normativa Europea inerente all’Intelligenza Artificiale e il suo rapporto con i temi etici: infatti sono stati stilati 7 punti chiave dagli organi europei, tra cui il rispetto dei diritti dell’uomo, il rispetto della privacy e la gestione della sicurezza informatica, etc, atti a regolamentare l’avvento di questa nuova “disruptive technology” nei paesi dell’Unione Europea.

Questa estate c’è stato il primo documento redatto dal MISE in collaborazione con alcuni esperti del settore, con conseguente periodo di consultazione pubblica, che regolamenta e istituzionalizza l’utilizzo e le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale.

L’AI è sicuramente una grande opportunità per i nostri imprenditori, ma bisogna porre attenzione a due aspetti fondamentali: Etica e Sicurezza. Non possiamo concepire un’intelligenza artificiale applicata senza avere regolamenti etici, altrimenti si rischierebbe di arrivare a scenari post-apocalittici dello stile di Terminator; allo stesso modo non possiamo concepire un’intelligenza artificiale senza curare la sicurezza informatica, altrimenti rischieremo, alla lunga, di incappare in fenomeni di furto di identità, furto di dati(come già accade), macchine cosi intelligenti da “governarci” e scenari post-moderni dello stile 1984 di Orwell.

Purtroppo l’intelligenza artificiale sta per essere esplorata sempre più a fondo solamente in questi ultimi anni: come si può riuscire ad incrementare l’adozione e l’utilizzo? Dobbiamo anche ripartire dall’insegnare le “soft-skills” e le tecnologie che oggi creano posti di lavoro e ci possono permettere di rientrare prepotentemente sui mercati mondiali nelle scuole e nelle Università: lauree professionalizzanti(corsi di laurea con discipline condivise tra Atenei e enti pubblici e aziende private in modo da insegnare soft-skills e nuove metodologie di lavoro ai nostri studenti), percorsi di scuola-lavoro reali, con giornate all’interno delle aziende o degli enti pubblici, corsi di formazione, servizio all’interno di enti e aziende e non i metodi scuola-lavoro attuati fino ad ora; riforma dei percorsi di istruzione a tutti i livelli, incentivando percorsi di studio ibridi che mescolino formazione umanistica e scientifica per formare i nostri studenti ad affrontare i problemi che si possono presentare nel mondo del lavoro.

E le Startup? Dobbiamo anche investire nelle Startup per facilitare il rapporto tra mondo universitario, della ricerca e quello lavorativo: abbiamo bisogno di fondi di incentivi pubblici e/o privati che decidano di dare fiducia ai nostri giovani; abbiamo bisogno di creare e sostenere le Startup come le nuove imprese che nascono, abbattere la tassazione per permettere una minore mortalità e maggiori investimenti in questo ambito, perché solo se innoviamo, Responsabilmente, possiamo tornare ad avere un ruolo di guida che ormai, ahimè, abbiamo perso. Innovazione, Intelligenza Artificiale, Lavoro, PMI, Italia, Etica e Sicurezza: queste sono le parole chiave da cui l’Italia e le nostre PMI devono ripartire per tornare ad essere Locomotiva d’Europa.

Claudio Cocciatelli

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