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ECCO CHE COSA SUCCEDERÀ DOPO IL REFERENDUM

Renzi al referendum vota SÌ, non so se lo sapete

Allegro ma non troppo è un libro di Carlo M. Cipolla, pubblicato da Il Mulino per la collana Contrappunti, che spiegherebbe molto di quanto succede in relazione alla figura di Matteo Renzi e agli apprezzamenti alla sua persona. Sul presidente del Consiglio si legge spesso, dai naviganti del web, che è un “ebetino”: fosse vero saremmo tutti felici della cosa, visto che quanto fatto sino a oggi sarebbe opera di uno stupido e non di una persona ben conscia e pronta a portare a termine un progetto ben delineato.

Il referendum costituzionale è il campo di battaglia su cui si sta svolgendo una battaglia, in cui i contendenti sono tutti schierati e si affrontano con diverse dichiarazioni, spesso banali e altre volte che non c’entrano nulla. Ma la verità è solo una: comunque vada Matteo Renzi vince!

Se vince il SÌ

Nel caso il SÌ fosse la risposta più numerosa da parte degli Italiani è comprensibile come il presidente del Consiglio diverrebbe non il vincitore ma il campione! Sostenuto solo da un manipolio di soldati, avrebbe un risultato decisamente incredibile e sostanzialmente inattaccabile; a sua figura diverrebbe quella di uno che sta cambiando l’Italia, contro coloro che l’hanno resa una tragica e decadente nazione oramai allo sbando.

Ma se vince il NO?

La vittoria del NO è più probabile e noi crediamo sia anche certa, resta un fatto però: Renzi sarebbe lo stesso un vincente.

  • Se si prendono le intenzioni di voto per i diversi partiti si noterebbe un fatto clamoroso: Matteo Renzi ha con se per la vittoria del SÌ due terzi del partito e quindi circa un 20% degli elettori delle ultime elezioni. Il restante 80% è invece schierato per il NO (un terzo del PD, FdI, Lega Nord, Fi, 5 Stelle, Sel). I sondaggi prevedono uno scarto di 5 punti, se ciò fosse vero, la maggioranza del PD sarebbe vittoriosa, a livello di comparazione tra coloro che votano i partiti e coloro che hanno votato SÌ
  • Si cambia la legge elettorale e si va verso un proporzionale, creando i presupposti per trovare un accordo, che sarà fatto in modo che i 5 Stelle non possano avere una maggioranza in Parlamento. Questo presupposto porterà a spaccare FI che vorra’ trovare un accordo con Renzi su un governo moderato
  • Mettendo uno sbarramento del 4% i partiti presenti in parlamento dopo il voto saranno circa 5
  • Il presidente del Consiglio potrà  lanciare il “partito della Nazione” dopo le elezioni e promuovere un nuovo partito di centro egemone
  • Matteo Renzi potrà presentarsi come colui che voleva rinnovare il paese.

Conclusioni

Se con la vittoria del SÌ partiti come FdI sarebbero stati garantiti perché si sarebbero presentati in un listone di centrodestra, con un proporzionale con sbarramento rischierebbero la fine fatta alle elezioni Europee e per Giorgia Meloni sarebbe la fine. Nella realtà, a Silvio Berlusconi vanno bene entrambi i risultati ma preferisce il SÌ e l’essersi dichiarato di centro contribuisce alla logica del dopo voto con metodo proporzionale sopra esposta.

La Lega Nord? È l’unico partito che ha un motivo forte sulla vittoria del NO: con il SÌ sarebbe stata costretta ad andare da sola, la legge elettorale prevede, infatti, che dopo i capolista gli eletti sarebbero scattati con le preferenze e in Forza Italia come in Fratelli d’Italia i candidati che possono garantirsi preferenze personali sono molti. La Lega, quindi, con l’italicum, sarebbe molto svantaggiata.

La Soluzione se vincesse il NO?  

È quella a cui Matteo Salvini sta lavorando: un fronte identitario a cui aderirebbero il partito di Giorgia Meloni e il movimento di Raffaele Fitto. Una strada obbligatoria per creare una forte alternativa tanto ai Renzi e Berlusconi quanto al Movimento 5 Stelle. Il progetto di Matteo Salvini è questo, il vecchio centrodestra è finito e la vittoria del NO sarà la sua tomba.

C’è da chiedersi chi è l’ebetino, a questo punto.

Fabrizio Fratus

1 Comment on ECCO CHE COSA SUCCEDERÀ DOPO IL REFERENDUM

  1. Io stavo cor libanese!

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