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ISIS, CAPITALISMO E PROGRESSISTI: ALLEATI CONTRO LA MEMORIA

Ma le radici profonde non gelano

Prendi un guerrigliero dell’Isis, un broker di Wall Street e un attivista dei centri sociali. Mettili insieme. Apparentemente si tratta di realtà distanti tra loro, opposti inconciliabili.

Eppure, se i tre suddetti elementi si trovassero a cena insieme, una sera qualsiasi e in un posto qualsiasi, un punto su cui convergere alla fine lo troverebbero.

Tutte e tre queste visioni del mondo infatti hanno in comune l’odio per la memoria. La necessità di distruggere le radici più profonde dei popoli che incontrano sul proprio cammino. Perché sono le radici a costituire la barriera più salda e invalicabile quando l’obiettivo è quello di imporre una qualsiasi visione totalizzante.

Così il capitalismo e il consumismo non possono costringere l’essere umano a ridurre se stesso a un elemento del mondo mercificato, se questi ha un sostrato culturale che lo tutela: valori appresi dalla propria famiglia, dalla propria comunità, dalla propria memoria. Ecco allora la “tele-diseducazione” di massa, la “libera circolazione” degli esseri umani che si traduce in omologazione delle culture.

Allo stesso modo le reminiscenze di una civiltà dalla storia profonda, quale quella mediorientale, costituiscono una barriera alla penetrazione di un fondamentalismo ottuso come quello dell’islamismo wahabita, che non rappresenta assolutamente il mondo islamico.

E, ancora, sono le radici millenarie dei popoli europei a impedire il degenere piano di ingegneria sociale dei moderni progressisti, poiché il loro modello deviante di società nega la natura stessa, che è la base condivisa di ogni tradizione.

Non deve stupire allora che queste tre visioni: l’islamismo wahabi, il progressismo e il mondialismo capitalista, condividano le finalità geopolitiche con un sostanziale sostegno al dominio totalitario dell’imperialismo finanziario americano e dei suoi alleati, dall’Arabia Saudita alle socialdemocrazie del Nord Europa.

L’imposizione di un nuovo ordine mondiale basato sul nulla, passa dunque necessariamente dalla decostruzione della memoria. Spiace constatare che il nostro Paese dimostri ancora una volta di avere una classe dirigente totalmente asservita a tali logiche, con una Boldrini che invoca la cancellazione della memoria storica del periodo fascista e un Renzi che definisce un Paese privo di storia come gli Stati Uniti “un modello” per una civiltà invece millenaria come quella europea.

Ma si sbagliano. Perché, come ha dimostrato l’esplosione delle tradizioni religiose nei Paesi dell’ex Unione Sovietica dopo il crollo del muro di Berlino, le radici sono più forti di tutto. Anche dell’arroganza umana.

Redazione

1 Comment on ISIS, CAPITALISMO E PROGRESSISTI: ALLEATI CONTRO LA MEMORIA

  1. Terrorismo,liberismo e progressismo,con annessi e connessi, sono le armi politiche del disegno di una società ed un uomo NICHILISTA e senza più radici ,cioè il modello del consumatore perfetto,una monade-mondo desiderante e consumante…per sostituire il legame virtuale ed illusorio della “società dello spettacolo” a quello reale e naturale costituito dalla religione-che significa etimologicamente ri-collegarsi o legarsi insieme- legame inteso sia in senso sociale e comunitario,come veniva usato nell’antica Roma, sia come legame ad una Tradizione, una fonte Sacra o pratica rituale…L’unica possibilità, come l’ottima analisi di Puglisi mette in evidenza, è aiutare le radici a non gelare durante l’inverno, per poi seminare i germi di un futuro diverso e con radici ancora più forti, per una memoria consapevole,trasparente e condivisa.

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