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PARIGI: SIPARIO SULL’OCCIDENTE. RISORGA L’EUROPA

Il dramma si è consumato nel cuore d’Europa, nella città degli innamorati ricordata da tutti come Ville lumière. Un dramma che ha colpito l’emotività di tutti noi, cittadini del mondo occidentale, facendoci arrabbiare e invocare una reazione. Umanamente siamo vicini a chi soffre e a chi oggi è senza i suoi cari. Il messaggio è semplice quanto diretto: SICUREZZA! Sì, sicurezza. Ecco una parola su cui dovremmo iniziare a ragionare. Già, ma sicurezza per proteggerci da chi e da che cosa? Perché abbiamo una situazione di insicurezza? Da dove nasce questa paura e perché siamo in guerra (come si sente dire da ieri)?

Tra ieri e oggi è stato detto molto e cercheremo di non ripeterci, di affrontare l’argomento in modo un po’ diverso. Vogliamo ragionare per cercare di capire cosa e perché è accaduto l’atto di “terrorismo” a Parigi. Non vogliamo cadere nel vortice emotivo della vendetta e della violenza, siamo convinti che uno dei principali problemi di quanto accade sia proprio la prepotenza e l’arroganza tra diverse visioni del mondo. Reagire con aggressività è certamente l’atto con cui si contribuisce a dare maggiore forza a chi vive di violenza.

Verso le 23:30 di ieri sera (mercoledì 7 gennaio 2015) in radio è stato dato l’annuncio che i terroristi sono stati individuati. Mentre ascoltavamo la notizia ci è subito venuto in mente l’epilogo del Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, dove Guy Montag, fuggito dalla città, assiste in diretta televisiva alla sua esecuzione. Certamente il nostro accostamento è errato, ma la sicurezza passa anche dai proclami festanti per un ordine ristabilito.

In diretta sul canale La7 Matteo Salvini spiegava il suo punto di vista che sostanzialmente è lo stesso da quando è segretario. Il suo pensiero viene spesso stravolto, cambiato e interpretato quando, invece, è molto razionale e in linea con la realtà. Il segretario della Lega Nord ha spiegato in modo comprensibile a tutti una questione semplice: chiediamo, dice in sostanza Salvini, che gli immigrati extracomunitari siano controllati e si sappia bene chi siano, cosa fanno e come vivono. Il non farlo crea un problema di sicurezza in Occidente. Poi ha spiegato quanto già detto sia al convegno con l’”islamico” Pietrangelo Buttafuoco e ribadito nell’intervista rilasciata al giornalista tedesco Luca Steinmann nel libro Vie Traverse: l’Islam ha valori forti mentre noi siamo una società in declino.

Salvini ha ben compreso quale sia il problema di fondo, cioè la nostra società. Neghiamo valore alla vita, neghiamo il principio di famiglia naturale, neghiamo il senso di identità e appartenenza, togliamo Gesù bambino dal presepe e tutto in nome di una pseudo libertà individuale. In Europa e in tutto l’Occidente ci viene spiegato che siamo liberi ma da cosa e da chi? Abbiamo dissacrato tutto, non abbiamo nessun tipo di pudore, di senso del trascendente, di limite in nome della libertà individuale. Libertà che si è fatta ideologia, un’ideologia quasi religione, col medesimo carico di fanatismo, anzi forse con un fanatismo ancora più radicale di quello dei killer di Al Qaeda o dell’Isis.

Lo scontro non è tra mondo cristiano e Islam, assolutamente no! In Occidente non c’è più nulla di cristiano a dettare la nostra convivenza, e guai a cadere nella falsa retorica delle “nuove crociate”. Ma quali crociate! La religione dominante è il materialismo e l’idolo che si venera il consumismo. Il nostro modello vede famiglie aggirarsi tutti i fine settimana in grandi centri commerciali in preda a un’orgia di consumi. I nostri figli sono invece affetti da solitudine come i nostri anziani. Spenti da alcol, droghe, videogiochi, pornografia… Non abbiamo più nessun tipo di senso della vita. Ci alziamo ogni giorno per andare a lavorare, per scambiare la nostra vita per danaro con cui poi soddisfare in modo fittizio le nostre pulsioni di accumulo di oggetti. Case piene di plastica come di tessuti accatastati in armadi come in sgabuzzini. Lo scontro non è tra religioni ma tra chi crede ancora in qualcosa e chi sopravvive riempendo la vita di “nulla”. Il mal di vivere è la malattia sociale che provoca malattie e scollegamenti dalla realtà, realtà che vogliamo dimenticare, vogliamo cancellare con artifici chimici che ci allontanano dal nostro esistere. La nostra battaglia è già persa. Lo è con noi stessi e proprio per questo accusiamo l’altro, lo scherniamo. Deridiamo le sue convinzioni e i suoi principi.

In diretta su Radio 24, Massimo Fini ha spiegato come noi occidentali non siamo nemmeno più capaci di uccidere con consapevolezza: lo facciamo con i droni e lo facciamo da ormai 20 anni a casa di chi ora viene in Europa e ci uccide venendoci a prendere in casa, a lavoro, in strada. Ecco un altro fatto da analizzare, possibilmente con cognizione di causa e non basandosi su una cultura ottenuta attraverso il tubo catodico: ma questa religione islamica che tanto ci atterisce, quando è nata? Forse dal momento in cui è finito il comunismo? Da poco più di 20 anni, cioè da quando è entrata nella nostra quotidianità televisiva? No, sappiamo bene che non è così, l’Islam è nato nel VII secolo dopo Cristo. Oltretutto l’Islam non è un monolite, ma un insieme sfaccettato quanto lo è il cristianesimo. Ci sono sciiti, sunniti, wahabiti, ci sono diverse confessioni, diversi approcci alla fede.

Eppure da circa 20 anni l’Islam è diventato il male assoluto: prima c’era l’ancien regime (e il cristianesimo autentico), poi c’erano i fascismi, poi i comunismi e ora gli islamici… c’è sempre un cattivo da abbattere, da sottomettere alla “libera” società del materialismo e del razionalismo nata dall’illuminismo e dalla rivoluzione francese. Un tempo si diceva che la libertà terminava nel momento in cui si entrava nella sfera della libertà di un altro, questo modo di concepire la vita spiegava intrinsecamente che vi erano regole da condividere in modo da stabilire una coesione sociale. Ma quale coesione sociale è possibile in un sistema dove l’individuo non ha nessun più senso di appartenenza alla propria terra, alla propria cultura, alla propria tradizione, agli usi e i costumi dei padri? Parliamo di dare la cittadinanza a chi nasce in una nazione credendo di semplificare quindi il senso di appartenenza. La nascita di un individuo in un Paese non “trasmette” millenni di storia e di cultura, i promotori dei diritti sono i primi responsabili di questo modello fallito, tanto che già grandi pensatori come Nietzsche e Spengler ne avevano annunciato il collasso oltre un secolo fa. Viviamo nel “nulla” per il nulla. Non siamo noi la civiltà, siamo in crisi di identità e di prospettive.

Anzi, una prospettiva c’è. L’unica: il dio mercato. Il dio mai domo di sacrifici umani da compiere in suo nome. E allora bisogna abbattere il nemico appunto. Sia esso cristianesimo, fascismo, comunismo o Islam, va abbattuto dove pone un freno all’evoluzione senza limiti del mercato. Del resto già Max Weber, nel suo puntuale studio sulla relazione tra religioni ed economia, aveva osservato come culti ascetici ponessero un ostacolo allo sviluppo del capitalismo. E se l’ascetismo comprende l’uccidere in nome della propria religione, tanto peggio per il nemico: sarà additato come mostro. E poco importano le stragi che il “dio mercato”, consorte della “dea libertà” hanno perpetrato nel mondo. Quelle non sono stragi, al massimo “esportazioni di democrazia”.

Ma L’Europa, e si badi bene non l'”Occidente”, è storia millenaria, è vita e rivoluzione. È scienza, sì, ma anche popolo. L’Europa rinascerà presto perché è in queste situazioni che le persone ancora forti di spirito avranno il coraggio di sollevarsi e di iniziare a riprendere il cammino. Grazie all’autocritica potremo rialzarci per riaffermare i valori e i principi su cui si costruisce una civiltà: Famiglia, Tradizioni, Identità e Sacralità della vita. L’Europa, dunque, rinascerà. Ma l’Occidente, invece, è già sconfitto.

Fabrizio Fratus

2 Comments on PARIGI: SIPARIO SULL’OCCIDENTE. RISORGA L’EUROPA

  1. Direi che siamo di fronte allo scontro tra il medio evo e il ventunesimo secolo. Non credo di fare parte di una società debole o in declino. Credo piuttosto di appartenere ad una società nella quale la legge dello stato e la libertà dell’individuo vengano prima di ogni profeta e di ogni dogma religioso. Non dobbiamo avere nessuna pretesa di imporre la nostra cultura agli altri popoli o di secolarizzarli (noi ci abbiamo messo duemila anni). Dobbiamo però pretendere che chi viene a casa nostra riconosca e accetti queste diversità. Mi permetto di aggiungere che noi italiani, a differenza dei francesi, non abbiamo alcun debito storico nei confronti dei popoli del maghreb e dell’africa ocidentale e che non abbiamo alcun bisogno di manodopera sottoqualificata. Non so se mi sono spiegato…………………… . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

  2. Anacronista // 10 Gennaio 2015 a 17:48 // Rispondi

    Dispiace leggere commenti di persone che evidentemente hanno capito ben poco dei vostri articoli. Del resto, quella è l’opinione corrente dopo tre secoli di illuminismo massonico e decenni di propaganda mediatica ben studiata.
    Fatemi complimentare con voi per frasi come: “Ci alziamo ogni giorno per andare a lavorare, per scambiare la nostra vita per danaro con cui poi soddisfare in modo fittizio le nostre pulsioni di accumulo di oggetti.” che evidenziano in termini semplici l’assurdità del sistema che portiamo avanti.
    E teniamo sempre presente che di questi tempi nulla è come sembra, come l’auto-attentato dell’11 settembre dovrebbe ormai aver chiarito.

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