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UMILE CRITICA A UN GRANDE MAESTRO

(La recondita speranza è che risponda)

A detta di Alain de Benoist, in un intervista  rilasciata nel 1997 per la rivista Èlements, tradotta  da Giovanni Sessa ( Edizioni settimo sigillo,Roma ), Cristianesimo e Paganesimo sono inconciliabili.

Tale tesi è argomentata splendidamente nel saggio “ Come si può essere pagani”, apparso in forma embrionale nel 1980 col titolo di “ La religione d’europa”. Alain de Benoist così  accese un dibattito plurisemantico, in quanto la questione sollevata dall’ipotetico ritorno al paganesimo tocca le branche di studi più disparate, dalla sociologia, all’antropologia, alla filosofia morale fino persino alla psicologia.

Di grande antidoto al nichilismo quest’opera –manifesto di una gioventù desiderosa di riscoprire il Sacro-mette sotto al tappeto i teschi vuoti creati da Èmile Cioran, e dal sangue dei preti versato da Nietzsche trae il nutrimento per far sbocciare i suoi fiori.

Più precisamente, come afferma De Benoist stesso, quest’opera non fa sbocciare proprio nulla: “Il paganesimo, a dire il vero, non è mai morto.” Infatti, con uno stile impeccabile, mette in luce i vari sospiri pagani che hanno allietato l’oscura epoca del cristianesimo. Poeti, artisti e filosofi dal II d.c. non hanno mai cessato di elogiare il vero spirito panteista dell’Europa, che la dottrina giudeo-cristiana, imposta con la spada, ha tentato invano d’estirpare. Là dove la pietra del cristianesimo è stata fatta amare con forza, però, un paganesimo ontologico non ha mai cessato di sussistere negli individui. A prova di ciò vi è il culto dei santi che, pur avvalendosi di effigi cristiane, pare piuttosto un pantéon di divinità pagane. Là dove l’uomo, abortito delle sue radici spirituali è rimasto orfano di Odino e di Freia, non può che, inconsciamente, riconoscerne gli archetipi all’interno del presepe e della trinità. Già Feuerbach s’era accorto di come la religione cristiana, rigurgito della morbosa dottrina Giudeo Cristiana, fosse stata concepita a tavolino allo scopo di soddisfare i bisogni del popolino.

E, fino all’avvento di Nietzsche, il Cristianesimo riuscì a colmare le domande delle genti.  In concomitanza all’uccisore di Dio  ci fu un potenziamento dei mezzi di comunicazione e la scolarizzazione divenne obbligatoria. Le cause di un progressivo allontanamento delle masse dalla Santa Chiesa Cristiana Cattolica ed Apostolica vanno ricercate non solo nella filosofia, bensì anche nei fattori storico-sociali.

De Benoist analizza  infatti il paganesimo in tutti i suoi aspetti: Siano essi politici, sociologici, psicologici o filosofici. A detta sua, dato che l’uomo contemporaneo ha una tendenza naturale al pluralismo e al radicamento, qualsiasi altra dottrina estraniante che priva l’individuo delle sue radici culturali più ataviche e che non gli offre una gamma di identità con cui confrontarsi è destinata a restare incompleta.

Inoltre, al di là del pluralismo delle idee ed al vivace proliferare di individualità spiccate che non collimano con l’idea monoteista di un Dio unico totalitarista, il paganesimo possiede anche un’altra differenza fondamentale dal cristianesimo: Il senso di Vita presente nella Natura.

Il tetragramma sacro, JYHW , inventato dai giudei per designare Dio, è volutamente impronunciabile proprio perchè vuol ribadire l’esistenza di un abisso incolmabile che separa il mondo materiale da quello divino. Il Signore dei Cristiani è nell’alto dei cieli, ed, eccetto nel caso del miracolo o della provvidenza, il suo interferire con il mondo materiale è minimo. Un Dio trascendente, ossia staccato, è una condanna a priori d’ababndono. Questo Dio distante, che ha creato un mondo dal nulla e che non ha nulla a che fare con esso, non soddisfa i canoni europei di bisogno spirituale. Nella visione pagana , invece, il mondo è eterno ed il Dio è immanente. Perciò, Dio è ovunque. È in chiunque. È chiunque , ed in tutto vi aleggia questo frizzante spirito divino. Con un linguaggio chiaro, efficiente e sempre gradevole de Benoist  snocciola ed argomenta tutte le differenze vigenti tra cristianesimo e paganesimo, giungendo alla conclusione che quest’ultimo è decisamente …più adatto alla civiltà europea che noi siamo.

Ma è qui che insorge la mia critica:

L’umanità biblica è gretta, peccatrice e limitata, i suoi tentativi di giungere alla conoscenza del Bene e del Male sono severamente puniti : Adamo ed Eva, infatti, con la loro fame di sapienza si son ridotti a peccator di superbia . Eppure, , è secondo me il Cristianesimo la risposta ai mali del mondo al giorno d’oggi. Il paganesimo , offre una pluralità di mondi e di confronti, e , soprattutto, che invita gli uomini a farsi come gli Dei. Così  ne esalta la grandezza e la potenza, dando poi luogo al fenomeno del titanismo, dell’Oltreuomo, tanto acclamato dai Romantici e dagli Stürmer. Ciò è la benzina che permette poi di far divampare la fiammella della conoscenza spirituale che sta in ognuno di noi.

Eppure, in un contesto politico come il nostro, la nobile volontà di ricerca –e  di potenza- offerta dal neopaganesimo è soffocata dal suo non essere rappresentata da alcuna istituzione. Alain de Benoist esalta il paganesimo in tutti i suoi aspetti, e critica pesantemente la chiesa cristiana cattolica nelle sue dottrine, scordando però che essa, di Dio, ne è solo il simulacro. Invece no: le due fedi devono convivere. Una come dottrina, l’altra come spiritualità.

A parer mio la Chiesa cattolica, moralizzatrice ed opprimente, andrebbe sostenuta in quanto è l’unico ente politico in grado di offrire quelle risposte esistenziali minime a coloro che cercano delle risposte, e che, a causa di limiti di tipo culturali, intellettuali, sociali o quant’altro, non possono approfondire altri temi filosofici.

L’uomo , a prescindere dal suo statuto sociale, è affamato di infinito. Alain de Benoist rispolvera e mette in luce un interno universo da contemplare, ma lo fa a scapito dell’istituzione vaticana.

L’anticlericalismo , per quanto possa essere logico e razionale, è in realtà una lotta che va ad opprimere non lo IOR o le lobby di sua eminenza, bensì gli innocenti già oppressi dall’istituzione stessa. Le vittime dell’anticlericalismo sono gli innocenti cittadini che, vedendosi costretti a sottostare a condizioni economiche sempre più dure, vedendosi privare di una società forte in grado di dare valori e principi in cui credere, sono costretti ad aggrapparsi alla salma di cristo messa sul mercato dalla Chiesa.

Alain de Benoist nelle sue pagine lascia intuire che la fede cristiana-cattolica e l’istituzione clericale coincidano. Ciò è un’idea totalmente fallace. Andrea Emo, schivo filosofo del secolo scorso, propone una nuova forma di pagnesimo-cristiano, ma per far ciò propone di avvicinarsi al protestantesimo. Ma, allo stesso modo, non tiene in considerazione un elemento basilare: ossia che la Chiesa , sia Nazione che impresa multinazionale, come istituzione non potrà mai crollare.

Questa grande multinazionale  che è la Chiesa si avvale della fede come mezzo pubblicitario, perciò esiste a prescindere dal credo delle persone. Potrà anche venire il giorno in cui più nessuno andrà a messa ed in cui più nessun bambino subirà il battesimo senza averlo chiesto, ma ciò non è una ragion sufficiente per permettere ad una banca potentissima di chiudere i battenti.

L’industria clericale è una realtà che non ha nulla a che vedere con il microcosmo presente negli individui che compongono le masse. Anzi! Prendersela con la bibbia e i vangeli è un attacco diretto verso a queste masse d’oppressi, che hanno bisogno del decalogo e della dottrina giudeocristiana per dare un senso alla propria vita e per avere una morale sovralegislativa. L’uomo medio, se fosse privato della chiesa, anzichè trovare il paganesimo troverebbe solo il vuoto. Che andrà a riempire con i vizi, la tristezza, l’apatia e i capricci dell’iperconsumismo. Cosa che in effetti sta accadendo.

Quando in Russia venne eseguita la cristianizzazione forzata delle genti, nacque il termine “DVOEVERIE”, che deriva dal paleoslavo e significa letteralmente “ Doppia fede”.

Le persone, dopo aver preso la consapevolezza della necessità dell’imporsi delle fede Cristiana Ortodossa, anzichè combatterla iniziarono a seguirne i costumi e la ritualità, riconoscendo in ciò una sorta di collante sociale in grado di unire tutti quanti, da Bisanzio alla Siberia. Ma, questo assumere una politica cristiana venne fatto senza che la loro fede panteista ne venisse intaccata. Infatti, a coté dell’istituzione ortodossa, gli antichi culti continuarono a venir esercitati, ed ebbero persino un rifiorire. Esattamente come avveniva in Russia nei secoli scorsi, è fondamentale discernere l’ambito strettamente sociale ed economico della chiesa da quello che invece sono le credenze spirituali che giuovano all’animo ed alle tradizioni.

È per questo che, in contrapposizione a De Benoist che afferma che tra paganesimo e cristianesimo ci sia un aut-aut, io dico invece che ci possa essere una sovrapposizione dei due sistemi, in quanto non comprendenti lo stesso ambito. La chiesa è forma esteriore, è argine ed azione nel mondo. La fede alternativa ed immanente, che si rifà alle nostre radici celtiche, è invece lume interiore che non ha nulla a che vedere né con banche, né con governi né con giornali.

Quindi, è perfettamente giusto e doveroso  avvalersi degli insegnamenti del decalogo e della Bibbia per mantenere un ordine sociale che sta sgretolandosi sempre più. Le idee più assurde, come quella dei matrimoni contro natura,  trovano nella Chiesa un fortissimo contestatore, seppur le sue tesi non abbiano fondamento nel mondo della ragione. Le basi morali e dogmatiche cristiane devono essere ben salde in ogni individuo per garantire che i buoni costumi occidentali siano rispettati. Purtroppo, il buon costume sta  venendo via via smarrendosi sempre di più.  La chiesa, come corpo governativo, ente moralizzatore, apparato di dominio va rispettata e sostenuta, perchè è l’unico potere ancora forte in grado di normare  le azioni della gente, che nauseata dal post-moderno non fa che vomitare demenzialità sempre più grandi.  È saggio, ed altruistico, non porsi in modo aggressivo contro all’unico ente moralizzante che abbiamo. L’anticlericalismo non nuoce alla banca vaticana, ma soltanto alle nuove generazioni sempre più rincitrullite e prive di disciplina. È per questo che io esorto a rispettare la chiesa, e ad aderirvi. Ma questo Cristianesimo. consapevole dei suoi limiti, dev’essere porta d’apertura verso ad una spiritualità personale più ampia, che non s’arrocca solamente sui testi d’origine giudaica.

Pur aderendo formalmente all’istituzione normativa emanata dal Vaticano, bisogna preservare un interesse storico, culturale e religioso per la tradizione pagana, al fine di non dimenticare la propria origine . L’umanità in parte è  alienata proprio perchè ha smarrito il contatto con  l’Urmensch che è in lei, e che solo il ritorno alle antiche fedi pagane può far risorgere.

 Liliane Tami

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