Strabismi (partitici) di Venere
Gente pro-famiglia che non si accorge di disintegrare, causa superficialità, la famiglia
Che Il Talebano non abbia mai riposto molta fiducia nella massa, è risaputo. E’ troppo poco razionale e troppo preda della “pancia” per potersi guidare da sé. La conduzione di una comunità, qualunque essa sia, deve essere affidata dunque ad un’élite. Il problema della democrazia, è che non crea una selezione qualitativa della stessa. E così tocca al dirigente politico (ma anche attivista) mantenere dentro si sè la consapevolezza costante dell’importanza del ruolo che vuol ricoprire… perchè quando cala la tensione, arriva lo scivolone.
Così accade che mentre il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, impiega tutte le sue forze per rinnovare una battaglia politica nel nome della Tradizione, alcuni suoi dirigenti e militanti cadano in leggerezze che divengono ostacoli. E’ accaduto a proposito del tema del momento, quello delle rivendicazioni delle associazioni LGBT, proprio mentre il noto esponente di sinistra Mario Adinolfi – presentando il suo nuovo libro “Voglio la mamma” – gira per le città d’Italia a spiegare quanto in realtà siano pochi anche nell’arcipelago della sinistra a considerare valida la battaglia portata avanti dai teorici dell’ideologia gender (leggi, Il nuovo ordine sessuale vi seppellirà). Un paio di settimane addietro infatti si scatenava la polemica sulla concessione del patrocinio al gaypride da parte di Regione Lombardia, grazie anche al voto del consigliere leghista Cecchetti. Per screditare questa iniziativa singola si mosse anche il segretario del carroccio Matteo Salvini, che subito specificò sul suo profilo facebook quanto segue:
“Rispetto le scelte di vita di tutti, non sono migliore né peggiore di altri, non giudico da un pulpito. Sono convinto che, senza Famiglia e senza Figli, la nostra società andrebbe a morire. Rispetto l’omosessualità, alla richiesta di diritti io non dico mai di No a prescindere. Ma, e su questo non cambierò mai idea, il Matrimonio si celebra fra un uomo e una donna, e i figli si danno in adozione a un uomo e a una donna. Genitore 1 e genitore 2, due mamme e due papà, le adozioni gay e la diversità ostentata, non mi piacciono. Adoro le differenze e mi piacciono le sfide, guardo al Futuro, ma con i piedi ben piantati nel passato. Scusatemi, ma io la penso così. Io sono così.”
(Matteo Salvini)
Ma ecco un altro scivolone con altrettanta confusione da parte di altri due esponenti leghisti: accade a Torino durante un incontro organizzato il 28 febbraio scorso dal Movimento Giovani Padani, intitolato “La famiglia oggi”. A favore della famiglia hanno parlato Giulia Bertero del Comitato “Sì alla Famiglia” e Stefano Mangano, come esponente del “Coordinamento Sentinelle in Piedi”. A favore delle coppie omosessuali sono invece intervenuti Marco Giusta dell’Arcigay e Alessandro Battaglia dell’Associazione Quore. La Lega Nord è stata rappresentata da Elena Maccanti e Fabrizio Ricca, rispettivamente segretario cittadino e capogruppo al Comune di Torino. L’incontro è stato moderato da Andrea Costa, giornalista del quotidiano Il Giornale.
Anche in questo caso, la confusione (o non preparazione) ha fatto scivolare i due esponenti del Carroccio facendoli apparire come “dissidenti” rispettto al proprio Segretario, dicendosi possibilisti su tutto spiegando che il loro NO riguardava solo le adozioni omosessuali. Una posizione decisamente bizzarra per chi si definisce leghista, essendo sempre stata la Lega Nord un movimento basato sulla comunità. Ed essendo sempre stata la comunità basata sull’appartenenza. E non esistendo comunità senza la famiglia naturale (uomo + donna + figli) come nucleo portante, poichè non esiste appartenenza se i figli non vengono cresciuti mantenendo la cultura tramandata dalle famiglie nei secoli.
Certamente una dimostrazione di quanto la tirannia di pensiero unico, con le sue innumerevoli forme di bombardamento mediatico, riesca e permeare anche in quegli ambienti storicamente e valorialmente in contrasto con esso. Una dimostrazione di come l’attività politica sia presa da alcuni superficialmente e della necessità stimolare
Fabrizio Fratus
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