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E ora spuntano i “terroristi secessionisti” (repressione made in italy)

Stato & Media avviano la repressione contro l'iniziativa trasversale del popolo veneto

Suvvia, siamo seri. Ma veramente ci vogliono far credere di aver arrestato 27 pericolosissimi terroristi secessionisti per giunta? Pronti ad utilizzare un carro armato (un trattore modificato con un cannoncino da 12 mm nemmeno funzionante a quanto pare) in piazza San Marco?

Non so se ridere o piangere, non perché non creda che magari ci possa essere qualcuno che possa aver partorito un progetto del genere ma semplicemente perché penso. E quando penso mi vengono in mente tante cose. Si sa i giornalisti creano castelli in aria, se poi sono anche militanti politici di lungo corso allora passano anche per complottasti. Ma nella mia lunga carriera di giornalista e militante politico, a destra, di cose del genere, di teoremi montati ad arte specie in momenti difficili o quando un partito cresce troppo o diventa un problema, ecco che spuntano immancabilmente terroristi armati fino ai denti pronti a sovvertire lo stato. Si chiama strategia della tensione. Gli italiani la conoscono bene. E’ almeno dalla metà degli anni 60 che ci convivono.

Siamo a ridosso delle elezioni Europee. Elezioni che fino a poco tempo fa non interessavano nessuno ma che ora, visto l’andazzo e i sondaggi ormai concordi di tutti gli Istituti di rilevamento danno in fortissima crescita i partiti euroscettici, altereranno inevitabilmente gli equilibri a Bruxelles. Quando è così si deve correre ai ripari, inevitabilmente, almeno affievolendo la spinta emozionale, e cosa c’è di meglio del solito, scontato a volte banale pericolo terrorista? Il terrorismo è una cosa seria, non un’operetta teatrale da sbattere in prima pagina.

Il terrorismo in Italia è stata una pagina buia, anzi rossa, di sangue. Centinaia di vittime per le strade, scontro generazionale, tra opposti estremismi. Ragazzi che hanno perso la vita in nome di un’idea nera o rossa che sia non ha importanza Il terrorismo in Italia è stato di bombe alle stazioni, sui treni nelle banche di cui mandanti ed esecutori sono rimasti nell’ombra. Non scherziamo sulle parole perché le parole fanno male più del ferro. Non giochiamo ancora con la pelle degli italiani e, soprattutto, non ricadiamo nel tranello. Come dico spesso: abbiamo già dato. E se tanto mi da tanto fra poco uscirà fuori anche il solito vecchi, caro, golpe sventato. Adesso poi si parla addirittura di secessione armata e violenta. Come diceva il buon vecchio Totò “Ma mi faccia il piacere”.

Stefano Schiavi

(tratto da http://www.patriae.eu)

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