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Ma quale Italicum, dateci le élites!

Approda nella commissione Affari istituzionali della Camera l’Italicum, la proposta made in Renzi & Berlusconi il cui nome ricorda – più che una legge – una nave da crociera. E una nave da crociera ricorda la Costa Concordia o il Titanic. I quali ricordano relitti, non certo successi.

La tanto chiacchierata legge elettorale è portatrice di cattivi presagi. Innanzitutto perchè modellata sul principio del bipartitismo, funesto approdo per un panorama in cui le identità politiche vengono debellate per far fronte a due contenitori vuoti di idee e colmi di interessi lobbistici, peraltro grossomodo intersecati, all’americana maniera. Un tentativo di bipartitismo che non tiene conto del fattore Grillo, il quale di far coalizione con gli altri giocatori non ne vuol sapere.

Questa legge completerebbe poi l’operazione di sottrarre al cittadino ogni possibilità di avere voce in capitolo: se già la partecipazione al voto da parte degli aventi diritto è in continuo calo, l’Italicus accentuerà drasticamente tale tendenza, evidenziando l’inutilità del voto popolare. Esempio: vanno a votare il 70% degli aventi diritto, quindi su 30 milioni votano 21 milioni. Di questi 21 milioni, oltre il 20 % è di partiti che non superano il 5%; quindi un altro milione di persone restano senza rappresentanza. In tal caso chi governerà, lo farà con poco più di un terzo degli elettori aventi diritto. Più che democrazia, è una truffa. Che ha come ciliegina sulla torta il meccanismo del collegio unico nazionale con ripartizione dei seggi sulla base di miniliste bloccate di sei candidati per circoscrizione.

I dettagli li conoscete già. E comunque, sono tutte cavolate. E lo saranno finchè non si affronterà il vero tema: la democrazia rappresentativa che conosciamo ha miseramente fallito. Ha fallito perchè l’elettore non ha contatto con il rappresentante, e viceversa. Ha fallito perchè chi governa non ha le qualità per farlo. Da qui bisogna partire. Dal costruire meccanismi tali per cui, dove possibile, i cittadini possano occuparsi direttamente delle loro faccende senza doversi affidare ad altri. E nel mentre iniziare costruire meccanismi tali che portino ai posti di governo persone con le qualità per farlo.

Quando lo Stato sarà in grado di mettere in piedi un sistema che gli consenta di produrre persone formate e degne di comporre l’élite, allora le disquisizioni sui sistemi elettorali potremo delegarle ai perditempo.

Vincenzo Sofo

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