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Una nuova visione economica (orientamento #6)

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Quello che deve essere il pensiero comune, non solo non tollera il pensiero socialista e marxista, ma anche l’allucinazione dell’ economia, ovvero quel sentimento secondo il quale in ogni situazione della nostra vita ciò che c’è di rilevante sia proprio l’economia, come se la condensazione di tutto sul piano economico non fosse l’aberrazione dell’uomo, bensì un qualcosa di normale.

E’ necessario evadere da tale convinzione nella quale rimangono intrappolate il capitalismo da una parte e il marxismo dall’ altra, poiché se ci si illude che il vero progresso umano sia condizionato da ricchezze e agiatezze o che abbia a che fare con la prosperosità USA o con lo stato del socialismo utopico, si resta soltanto sul piano di ciò che va combattuto.

Tutto ciò che è economia ed interesse economico come mero soddisfacimento dei bisogni fisici ha una funzione subordinata nell’esistenza umana. Al di là si questa sfera ci devono essere degli interessamenti verso valori superiori, politici, spirituali ed eroici, un ordine che non ammette proletari o capitalisti e al vertice del quale deve trovarsi la forza dell’ Imperium, dove viene definito ciò per cui bisogna vivere o morire. Infatti, parlare esclusivamente di uno stato del lavoro o della produzione è come ridurre un corpo alle sue funzioni fisico-vitali.

Il modello corporativo può essere nuovamente una delle basi della ricostruzione: niente classismo, soltanto l’esigenza che all’interno dell’azienda ci sia l’unità, la solidarietà delle varie forze differenti, lavoratori e datori di lavoro, che sono le caratteristiche venute meno prima con la prevaricazione capitalista (col conseguente parassita speculatore e/o capitalista finanziere), poi con l’agitazione marxista. L’azienda va portata a un’unità quasi militare, dove lo spirito di responsabilità, l’energia e la competenza del datore di lavoro si conciliano nella fedeltà dei lavoratori che sono associati intorno a lui nello sforzo comune.

Per rendere possibile tale “ricostruzione organica” dell’azienda non è necessario aizzare per motivi di convenienza politica lo spirito di ribellione dei ceti sociali più poveri travestendo l’atto da “giustizia sociale” come accade ai giorni nostri. Essa nasce semplicemente dalla ripresa dello stile di dignità del lavoro e di solidarietà nella produzione tipico delle antiche corporazioni artigiane. In questo modo, anche il sindacalismo, con la sua “lotta” e con i suoi ricatti, potrà essere messo al bando.

Come sempre però, a ciò si arriva facendosi innanzitutto un esame interiore: dobbiamo riconoscere i nostri limiti entro i quali raggiungere la propria perfezione, amare il nostro posto nella società, quello più conforme alla nostra natura. Perché un artigiano che assolve perfettamente alla sua funzione è superiore a un re che non è all’altezza del proprio compito.

Luca Carbone

1 Comment on Una nuova visione economica (orientamento #6)

  1. Horacio Teodoro Parenti // 11 Novembre 2013 a 17:53 // Rispondi

    Ma..il Socialismo ed il comunismo sono precisamente quelle idee politiche che NON fanno della Economia la chiave fondamentale. Marx ha detto che, NEL CAPITALISMO , la economia, il guadagno erano la misura de tutte le cose. Raccomando leggere Il Capitale, non pezzi od interpretazione false. Come voi fate giustamnente con il Neo Darwinismo. La difere
    nza è che L’Origine delle Spezie, e è un libro noiosissimo, ed Il Capitale un libro geniale, ed ironico, molte volte.

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