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La paura fa 90

vecchio_e_bambino

Paura dei ragni, paura del buio, paura di perdersi, paura del tempo, paura di andare avanti, paura della morte, paura di restare soli.

Un elenco di effetti collaterali, insomma. E se ora provaste a rileggerlo, vi soffermereste di piu’ su ognuna di queste parole e probabilmente ridereste di gusto alle prime due, mentre vostra figlia corre nel lettone urlando di non voler piu’ entrare in camera sua finche’ non avrete catturato il mostruoso, terribile, spaventoso ragnetto che zampetta sulla parete che “era gigante muoio dalla paura la lampadina di topolino fa poca luce e per favore posso dormire qui con voi” e mentre sorridete qualcosa in voi sta gia’ pensando alle ultime parole dell’elenco che avete letto si’, come se fosse un foglietto illustrativo eppure ci state pensando e forse non riderete come per i ragni e il buio ma, andiamo avanti.

La paura di perdersi al supermercato resta uno dei chiodi fissi di vostra figlia che piu’ di una volta avete recuperato al banco dell’assistenza clienti mente straripava innocenti lacrime di spavento e rimprovero per averla lasciata li’ tra le caramelle e anche se non lo dice si pente di essersi incantata e non avervi seguito come le avete molte volte raccomandato di fare ma sai com’e’ lei ha visto mille cose mille colori e ha iniziato a fantasticare tanto da dimenticarsi qualsiasi cosa qualsiasi raccomandazione e dopo aver immaginato un mondo di orsetti gommosi di cui lei era principessa, prende il pacchetto in mano, si volta per mostrarvelo e non vi vede, mille facce, tranne la vostra e si guarda intorno smarrita sperando di vedervi subito e giurarvi che non si fermera’ mai piu’ davanti ai dolci e corre, mentre il mondo di orsetti colorati non esiste piu’, ingoiato dalla paura e da queste lacrime pesanti che salgono e urlano “mamma dove sei mi sono persa.”

E quanto e’ vero che “non sai mai quello che ti capita nella vita” (e questo fa molta paura), il tempo che passa non e’ di certo d’aiuto. E anche se avete tutto cio’ che una persona possa desiderare, la donna, il figlio, l’amante o una bella casa, non potete fare altro che guardare in faccia la vostra donna e notare che ne e’ passato di tempo dalla prima volta che l’avete vista e poi guardarvi allo specchio e sentire qualcosa che vi stringe i polmoni e non riuscite a respirare e vorreste sapere cosa ci sara’ dopo, dopo i primi capelli bianchi di vostra moglie, dopo la laurea di vostro figlio e capite che manca il tempo, manca sempre e siete in ritardo, ma in anticipo per la vecchiaia.
Ecco che aprite il giornale la mattina e leggete che qualcuno ha deciso di farla finita, troppi pesi, troppe cose, ha deciso di lasciare tutto, partire per l’ignoto e voi che siete li’ state leggendo vivi, vivissimi, e vi domandate con che coraggio, con che coraggio questo si e’ tolto la vita, con che coraggio voi state leggendo e tra poco sono le nove e vi butterete nel quotidiano sbattimento di carte, gente, telefonate, richieste e non ce la fate piu’ e per un istante vi chiedete cosa faccia lui ora, senza piu’ carte, senza piu’ nulla o magari ha tutto, piu’ di quanto possiate avere voi in tutta una vita, chiudete il giornale e avete paura, paura di cadere da un momento all’altro e non rialzarvi mai piu’.

Una di quelle cose che e’ meglio non parlarne, da censurare al solo pensiero, anche se prima o poi arriva e fa strike e non basta chiederle di prendersi prima voi che vostro figlio, perche’ non sente, cammina su di voi e poi vi punge come farebbe un ragno ed e’ buio pesto, neanche una luce e vorreste avere qualcuno con cui trovare una soluzione, ma e’ troppo grande, talmente grande che non riuscite a vederla e continuate a pensare a cosa sia, come sia, sperando che si dimentichi di voi e dei vostri amici con cui ne avete passate tante, troppe, non vi bastano e mentre vi preparate per la solita partita a scopa del mercoledi’, siete tutti seduti, eppure manca qualcuno, la sedia e’ vuota, si ricorda qualche vecchia storia e si fa fatica a guardarsi negli occhi mentre ognuno spera di non restare solo a quel tavolo e forse un po’ fa sorridere ma non troppo, un sorriso amaro, pesante come le lacrime di lei che si perde al supermercato e non c’e’ piu’ nessuno ora a cui confidare queste paure che ci fanno lo stesso effetto da quando siamo nati e non sappiamo mai, da soli, come viverle.

Giulia De Bona

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