La politica è l’arte di gestire la società; definizione che viene
formulata da Aristotele in relazione al dato storico greco e si snoda
poi, a livello concettuale quanto pure pratico, lungo i secoli.
E’ democrazia, oligarchia, aristocrazia, monarchia…. è ed è sempre
un modo di governare, che sempre si struttura secondo diverse modalità
che hanno come fine ultimo la salute collettiva. Anche la monarchia
più personalistica, infatti, ha come finalità il benessere del popolo,
poiché a ogni malessere corrisponde una rivolta e un abbattimento di
regime. Non ditelo a Maria Antonietta! Solo l’affermarsi di una
classe borghese abbastanza ampia e potente, vorrei dire anche
ignorante, ha portato all’opposizione reale tra classi, in una lotta
per gli interessi che prescinde l’interesse prettamente pubblico.
All’interno di questa lotta tra classi si vedono attori principali
“chi può” e “chi vorrebbe”, ossia i ricchi industriali, imprenditori,
e chi invece non ha voce né denaro sufficiente, o chi vorrebbe
tutelare le minoranze – che ormai sono divenute maggioranze.
Schieramenti comunemente chiamati la destra e la sinistra, dando per
scontato che la destra sia interessata all’interesse personalistico e
la sinistra a quello di tutti. In ogni caso, si parla di un interesse
da perseguire: penso a Berlusconi, al suo lottare politico indirizzato
a se stesso, coperto dall’abbozzo di un’ideologia (o anti-ideologia:
comunisti coglioni, esempio) che esaltava e faceva accorrere folle.
Penso a un Bersani che prosegue il suo iter in virtù dell’esistenza di
Berlusconi , quindi innalzandosi contro un qualcuno che prometteva
qualcosa di diverso da quello desiderato (ideologie anti-ideologie
fanno ideologie?).
Oppure penso all’Idv che vive di frasi urlate e prive di senso
pratico, o a Sel che ha fatto della sua politica un enorme slogan pro
froci contro il sistema, finendo a livello pratico nell’ingranaggio
del sistema, senza trovarsi neppure troppo male. Insomma, penso al
fatto che tutti i partiti raccontano un sacco di fandonie, ma almeno,
nel raccontarle, fanno credere che qualcosa dietro sia possibile:
statalismo, socialismo, liberismo, frocismo, tutti gli -ismi ancora
che si vogliono, ma che importa esistano affinché la politica possa
mantenere un’apparenza politica.
Poi finalmente cade la maschera: e si ricomincia da zero. Con un
governo tecnico, guidato da un economista, presidente di
quell’università-industria che formatta cervelli standard in grado di
pensare solo quanto già è stato loro fatto imparare. Un governo
interessato all’economia – al bilancio, in cui non c’è più spazio per
l’ideologia. In cui la società è finalmente riconosciuta come
marchingegno industriale protocapitalista. Era ora.
Rispondi