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VOGLIO UN FIGLIO, MA DEVE NASCERE AL NORD

Di Barbara S. Leva

Sono donna, e come ogni donna che si possa chiamare tale, ogni tanto
valuto la possibilità di avere dei figli. Quindi penso ai possibili
nomi, all’arredo della cameretta, ai vestitini, al liceo e alle
università e agli sport cui iscrivere il bambino e la bambina; mi
chiedo a chi assomiglieranno, di che colore gli occhi e i capelli,
l’altezza che raggiungeranno, se avranno la erre moscia. Non mi chiedo
invece dove saranno partoriti, perché do per scontato dove non li farò
mai nascere.
Parto da un episodio di vita vera: mia nonna, metà veneta metà
mantovana, incinta del suo primo maschio nonché terzo figlio,
concepito con mio nonno, bergamasco e un po’ milanese, abitava a
Catania per via provvisoria. Arrivato il momento di partorire la
questione non si è posta: hanno prenotato un diretto per Milano, il
bambino è nato, appena i medici hanno dato l’ok sono tornati in
Sicilia.
Lungi dal giudicare la progenitrice, benché io ami l’Italia come
concetto filosofico che trasuda dai testi dell’Alighieri e del
Petrarca, non ritengo l’Italia una Nazione. Ritengo che l’Italia sia
Italia nel momento in cui se ne riconoscono le peculiarità locali,
fondate sul campanilismo. Di conseguenza, non mi identifico in tutte
le Italianità: sono Milanese, Bergamasca e Veneta. Sono anche un po’
Calabrese, d’adozione. Sono Fiorentina, Veneziana, Romana per spirito.
Ma non ho nulla a che vedere con la Napoli odierna, con la Puglia, con
il centro sud, con l’alto nord tutto, con le isole. Posti splendidi,
cibo che mangerei all’infinito e spiagge e boschi per vacanze
prolungate. Ma nulla che mi trasmetta un qualcosa a livello
intellettuale. Il sud normanno e poi spagnolo, ad esempio, qualcosa ma
di tempi troppo lontani per essere recepito e ritrovato su un
documento d’identità d’oggi. Qualcosa che c’è anche a Parigi o Londra
o Vienna, città che sono state estranee alle mie origini quanto altre
parti d’Italia, a livello spirituale molto più vicine di località
segnate sulla mia stessa mappa.
Tornando alla domanda iniziale, sono ancora indecisa. Tra Diego,
Leonardo, Michele e San Francisco, Vienna, San Pietroburgo.

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